martedì 11 marzo 2008

TV e l'insostenibile pesantezza del nulla

RAI 2: X Factor. Solito format. Emozionale, stile americano tutto energia, luci flashanti e pubblico che ulula. Poi arrivano loro, i protagonisti. I giovani che cantano! Che bello, il giovane che canta le canzoni famose. Mica le sue. E' come essere all'oratorio. Dai che cantiamo tutti insieme! E io mi sento seduto in fondo al pullman durante la gita delle medie. Che c'era sempre uno che andava a judo. Che bello, dai che cantiamo! Il montaggio è roba seria. C'è tutto: il backstage con i giovani seduti sullo schienale del divano che dicono frasi fuori contesto; la preview sulla vita del cantante che ha sempre ragioni eroiche per cantare ("è una donna metalmeccanico" oppure "sono del salento", bah); la ripresa sugli occhi e la posa di sfida degna di Mazinga Z con tanto di cuore pulsante in sottofondo. A un certo punto presentano un tipo dicendo che ha preso tanti calci in faccia (!) dal mercato discografico ed è stato penalizzato solo dal suo aspetto. Porca vacca chi sarà mai! Mi aspetto un alternativo di quelli cazzuti, un tripode senza occhi, un mostro con due palle così e chi ti entra? Un tipo un po' grasso col cappello di lana. "Ho perso pure venticinque chili". E io me lo vedo 'sto ragazzo che rinuncia alla pastiera di mamma perché deve sfondare, perché deve andare su RAI 2 a cantare metà canzone che pietrifica i maroni. Questa è gavetta. Questo è il sacro fuoco dell'arte. E poi si piange! Ma quanto se piagne! E quella che parla a sua madre. E quello che parla a suo padre. E quello che parla a sua figlia. E piange la mamma, la zia, la nonna anziana e pure quella seduta lì vicino che manco li conosce però...già che c'è...un pianterello...ma si dai che te frega. E gli sguardi dei giovani. In questo momento stanno inquadrando uno di un gruppo che sembra un bovino. Tutto corrucciato pare che il suo lessico sia composto solo dalle parole "cibo", "cacca", "donna", "sgrunt". Ma che bello cantare! E che bella la gioventù! Ma vogliamo parlare del presentatore? DJ Francesco cresimando? No non ne parliamo. Parliamo però dei giudici di gara. Una non la conosco ma sembra un incrocio tra Iva Zanicchi e mia zia. L'altra è la Ventura che s'impegna a dire cose sentite ma non ce la fa. E poi lui. La sorpresa della serata. Morgan. Moooorgaaaannn!!! Quello dei Bluvertigo? Quello che sa suonare bene tutto? Quello che scrive poesie e incide album solisti anche belli? Quello che sembrava fuori da tutto questo showbiz genere amateur in salsa di Furore? Si. C'è dentro anche lui. E si trova a suo agio in questo psicodramma dove non capisci se ti stanno prendendo in giro o si stanno prendendo in giro tra loro. Lo spettacolo non contiene nulla. Solo luci, colori, lacrime e stati d'animo a comando. Ora piangi. Ora ridi. Stop. Ancora. Basta così. Puoi andare. E un bell'applausooo. La sensazione è quella che avevo quando da bambino andavo in chiesa e c'erano giovani con evidenti scompensi ormonali - non avevano mai la barba - che suonavano la chitarra e cantavano beati durante la messa. Alla seconda canzone, io undicenne, pensavo in quanti modi si potesse usare quella chitarra in modo improprio, e del tutto illegale, per farli smettere. Oh! Che peccato. Involontariamente ho spento la tv. E vabbè, dai. Non sarà per un'altra volta.

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