lunedì 8 novembre 2010

Il Regno di Giovanardi

Per tutto il giorno oggi, il Corriere della Sera e La Repubblica, mettono come notizia fondamentale la conferenza nazionale sulla famiglia dal titolo «Famiglia: storia e futuro di tutti» organizzata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri. Ovviamente, una delle ragioni per cui si accendono i riflettori su un evento minore come questo è l'assenza del Presidente del Consiglio. Non entrerò nel merito della scelta - non serve molta intelligenza per evidenziare l'evidente ed ancora meno ne serve per fingere che non lo sia - al contrario, vorrei far notare che, l'effetto collaterale di tale esposizione mediatica ha permesso al sottosegretario alla Famiglia Carlo Giovanardi di esporre dei dati e darne un'interpretazione quantomeno bizzarra. Giovanardi dice che:
- nel 1972 i matrimoni sono stati 419 mila contro i 246.613 del 2008;
- il tasso di natalità è sceso a 1,42 figli per donna italiana;
- il tasso di natalità è di 2,3 figli per donna straniera;
- negli ultimi anni sono cresciute le separazioni legali e i divorzi.
Da questi dati deduce che: «C'è una seria crisi della natalità e dell'istituto matrimoniale». Non contento poi, estende la disamina alla legge 40 sulla fecondazione affermando che: «La legge 40 viene contestata da chi in nome del desiderio di genitorialità ritiene lecito e possibile ricorrere all'acquisto dei fattori della riproduzione procurandosi sul mercato materiale genetico in vendita e trovando terze persone che si prestano o a dare l'utero in affitto o donatori che possano dar vita all'embrione. Scienza e biotecnologie possono togliere ai figli il diritto di nascere all'interno di una comunità d'amore con identità certa paterna e materna».
E' sempre interessante notare come le parole possano distorcere anche l'oggettività dei numeri. Tanto per cominciare non capisco la seria preoccupazione di Giovanardi. Se i matrimoni e il tasso di natalità calano, vuol dire che, negli ultimi 30 anni, le persone hanno deciso di fare meno figli, sposarsi di meno e divorziare di più. E' così terribile tutto ciò? Questo dicono i numeri e mi sembra che non dicano nulla di nuovo se consideriamo le normali società laiche ed occidentali, il modo di vivere delle persone ed il loro modo di lavorare. Il discorso evidentemente cambia se, nel concetto di famiglia, si innesta una visione religiosa. Considerando la famiglia come una struttura inscindibile e sacra, un luogo puro e incontaminato ove nascono bimbi felici, allora ogni riduzione del tasso di crescita di questo Paradiso Giovanardiano è da percepire come "seria crisi". Se poi a questa visione ci agganciamo anche il fatto che i cinesi, ed ancor di più gli indiani, si risproducono a tassi stratosferici senza essere nemmeno cattolici, bè questo penso proprio che tolga il sonno a Giovanardi e a tutti i fieri difensori della Famiglia (F maiuscola, mica cotica eh!). Ancora più interessante poi è, in contrapposizione al meraviglioso Paradiso Giovanardiano, il temibile Inferno Giovanardiano. Orde di sedicenti - ma non meritevoli - portatori di desiderio genitoriale che acquistano, probabilmente su internet e pure con l'iPhone4, fattori di riproduzione (occhio a non dire "sperma" perché nella conferenza della famiglia c'è solo amore, mica zozzerie appiccicose) ed affittano uteri. La scienza e le biotecnologie - fetenti e cornute, aggiungerei per chiarezza - negano ai bimbi di nascere all'interno di comunità d'amore, non permettendo loro di avere madre e padre certi (a dire il vero, la certezza del padre è sempre stato un annoso problema anche prima delle biotecnologie).
Non mi aspetto che Giovanardi cambi opinione anche perché basterà il tempo a fargli capire che il suo micro-mondo d'amore per definizione, indipendente dalle persone e minacciato dalla scienza è solo una sua personalissima visione. Più che altro mi domando per quale ragione, una coppia - sposata o non sposata - che non la pensasse come Giovanardi e volesse un figlio debba subirsi la cosmogonia giovanardiana. Posto che sia legittimo per un cattolico pensarla come gli pare, la legge dovrebbe essere tale da permettere alle persone di scegliere secondo coscienza (la propria, possibilmente). Anche se, lo ammetto, non essere degni del Regno di Giovanardi è sempre una bella soddisfazione.

Aggiornamento delle 16.45:
E dopo il Regno di Giovanardi, le Tavole di Sacconi: "Le politiche pubbliche che si realizzano con benefici fiscali sono tarate sulla famiglia naturale fondata sul matrimonio e orientata alla procreazione". Propongo a Sacconi e Giovanardi di rifiutare sdegnati i voti presi da tutti i divorziati, separati e conviventi d'Italia. Poi rifiuterei anche i voti di chi ha consumato rapporti prematrimoniali. E, già che ci siamo, rifiuterei anche i voti di gay e lesbiche. E chi è sposato e va a mignotte? Uhm...no quelli no: rientrano in un sano e vivo rapporto di famiglia naturale.

Aggiornamento delle 18.15:
Dopo le polemiche Sacconi precisa: "Ho fatto la distinzione tra una dimensione pubblicistica e una privatistica per quanto riguarda altre relazioni affettive che devono avere rispetto in una dimensione privatistica". Aaaaaaah ecco, adesso è più chiaro. Io avevo capito che la relazione affettiva in una dimensione privatistica fosse cornubata da una pelta di scrofo che misasse la rumba del misto cannaiolo con un po' di aggotico e mirto concubino..