domenica 2 marzo 2008

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Arriverà il giorno in cui in Italia le leggi si faranno solo per migliorare le condizioni di vita delle persone? E perché quando si tratta di scelte personali c'è sempre qualcuno che fa rumore, che interviene senza richiesta, che non ha il minimo rispetto verso chi ha il diritto di essere lasciato in pace? Non sanno nulla e parlano così forte. Esiste una legge che regolamenta l'interruzione di gravidanza. E' una legge che ha permesso a tante donne di non pagare con la vita la responsabilità di una decisione. E' incivile questo? E' così difficile pensare che compito di uno stato non sia quello di giudicare le ragioni di una scelta ma di mettere le persone nelle condizioni di poter fare tale scelta in piena dignità e sicurezza? Eppure ci stanno provando in tutti i modi. In un paese come il mio, che si definisce moderno ed avanzato, nei dibattiti sull'aborto le donne, quelle normali, quelle che rappresentano la metà della popolazione di questo paese, non vengono quasi mai invitate. Al loro posto siedono uomini di chiesa che - per loro scelta - non proveranno mai la bellezza o l'orrore di un rapporto sessuale e uomini di politca terrorizzati dall'assumere una posizione netta per non scontentare nessuno. E non hanno pudore. Non hanno misura. Si credono i detentori di qualche ragione superiore e, campioni di sensibilità verso chi di questa scelta si assumerà tutta la responsabilità e non chiede altro se non un po' di calore umano e comprensione, pubblicano manifesti per la difesa dei diritti civili dell'embrione e nelle scuole proiettano video di interruzioni di gravidanza per far vedere bene come muore un feto. Perché tutto questo? Le donne non possono decidere da sole del proprio corpo e nemmeno di ciò che è corpo del proprio corpo perché dev'esserci sempre qualcuno - generalmente maschio - che decide per loro. Le ragioni di un aborto non sono discutibili perché non esistono buone o cattive ragioni, esistono solo ragioni personali. E per ragioni personali non intendo solo ragioni considerate "gravi" e quindi, secondo una logica perversa, accettabili. Esistono anche ragioni altre, come ad esempio abortire perché non te la senti ora di diventare madre. Bisogna vergognarsi di questo? Bisogna far sentire mostri delle persone normali? Una madre non convinta oggi non è migliore di una donna che si dà, rispettando la legge e la sua coscienza, il tempo per essere convinta domani. E forse felice. La responsabilità è sentire che hai il potere di decidere della tua vita e del tuo corpo e la civiltà di uno stato è misurabile da quanto tuteli, con gli strumenti del diritto, questa responsabilità. Eppure ogni giorno, martellante e continuo, l'intervento del vescovo, del cardinale, del papa in prima pagina. Le loro dichiarazioni in Francia, in Olanda, in Germania, in Inghilterra, in Belgio non occuperebbero più di un trafiletto a fondo pagina perché sarebbero considerate espressioni di un credo personale, una legittima posizione di una parte che nulla ha a che fare con lo sviluppo laico di uno stato moderno. Perché tutta questa importanza? Perché trattare con la stessa rilevanza il commento di un parlamentare che è il primo responsabile della qualità della vita nel mio paese e il parere di un rappresentante della chiesa che parla un linguaggio arcaico e incomprensibile e delle religioni rappresenta solo una parte? E gli uomini? Dove sono gli uomini? Quelli che ogni giorno vivono con una donna e con una donna condividono i momenti dell'essere qui e ora insieme. Non vi fa schifo che perfetti sconosciuti parlino di tutto ciò che non sanno e non sapranno mai e con la sicumera di chi perde l'ennesima occasione per stare zitto decide di limitare la libertà della vostra ragazza, della vostra compagna, di vostra moglie per ragioni di opportunità politica? Ci sono cose che vanno avanti anche per l'indifferenza passiva di chi pensa che tutto sommato non sia così importante occuparsene perché qualcuno prima o poi ci penserà. Essere indifferenti però non vuol dire essere neutrali. Essere indifferenti vuol dire "lasciarglielo fare". E il bombardamento mediatico ha proprio l'intento di sfiancare il destinatario dell'informazione, di annoiarlo in una misura tale da fiaccarne la capacità di ragionamento e il senso civico. E, piano piano, grazie all'indifferenza che ormai infetta il mio paese, glielo "lasceremo fare". Anzi, glielo "lasceranno fare".

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