sabato 17 ottobre 2009

Il falco di carta

Immaginate una fionda. Ruotatela di novanta gradi in modo che sia parallela al terreno così che l'elastico possa tendersi avvicinandosi al suolo e schizzare poi verso il cielo. Ora espandetene le dimensioni fino a farla diventare grande decine di metri ed al posto dei sassi al suo interno fate prendere comodamente posto a... cinque o sei persone. Questa mega-fionda esiste da un po' di tempo a Singapore ed è un'attrazione molto popolare. Ogni sera, in una bella zona di locali e ristorantini, centinaia di persone amano farsi sparare a decine di metri di altezza per poi ripiombare urlando verso il suolo, rimbalzare, tornare in alto e via così per un po'. In sè la cosa fa abbastanza effetto perché le persone arrivano davvero molto in alto e l'elastico le spinge poi con pari forza a terra. L'estremo cinismo dei progettisti ha poi munito i sedili di microfoni e videocamere puntate sui visi dei fiondati in modo che da terra tutti possano vedere e sentire la cronaca della paura in tempo reale.

Qualche sera fa, passando lì sotto ho pensato che faccio veramente fatica a capire alcune cose. Una tra queste è perché piaccia tanto alle persone mettersi in una condizione di terrore. Di solito a questo punto salta sempre su qualcuno che ti dice "E' la bellezza dell'emozione forte! Non ami l'emozione forte? No? Cacasotto." Scusate la sintesi ma il messaggio è sempre lo stesso. Seduto sotto la fionda, dunque, pensavo: lasciamo un attimo da parte la (presunta) nobiltà delle emozioni forti e, soprattutto, lasciamo da parte questa (presunta) idea che tutti stiamo parlando della stessa cosa, il fatto evidente è che ogni sera un sacco di gente da tutto il mondo, anziché godersi il bel posto, decide deliberatamente di sottoporsi a questa tortura che permette a tutti di vedere come si deforma la tua faccia in volo mentre strilli come posseduto dal demonio. Ora, dato che non siamo ancora in grado di costruire macchine perfette, prevedere che qualcuno verrà sparato direttamente in Malesia non è veggenza ma solo una questione di tempo, ma la vera domanda è: notando la rottura dell'elastico e l'allontanamento progressivo dalla crosta terrestre pensare che per tutto questo hai anche comprato un biglietto non ti fa sentire un po' stupido?

Questo mi ha portato a riflettere sugli sport considerati "estremi". In televisione qui va molto il format del solito gruppo di stunts americani giovanissimi che probabilmente ha passato metà della vita ad allenarsi e l'altra metà a bere la bistecca con la cannuccia immobilizzati in un letto di ospedale. Fanno salti mortali in moto, volano con le bmx, si lanciano dalle montagne con paracadute-fazzoletto, sciano buttandosi nei crepacci e poi alla fine rilasciano serie dichiarazioni del tipo "ehi, non bevo mai un'aranciata calda!". Probabilmente gli psicologi ci vanno a nozze con questi bizzarri comportamenti e devo dire che anche a me affascinano. Pensare che molta gente è disposta a spendere soldi per aumentare la probabilità di farsi seriamente del male lo trovo esilarante. Mi diverte la seriosità che ammanta la follia.

Se fossero degli squilibrati che la mattina bevono latte e lamette da barba allora una sensazione di umana comprensione la proverei ma quando li vedi, salutisti e romantici, spiegarti la sensazione di libertà che si prova nel buttarsi da un ponte legati ad un elastico, è più forte di me: mi viene da ridere. "Ma è volare!" ti dicono. No è cadere da un ponte. Un sasso, un tostapane o un pollo arrosto farebbero la stessa fine del tuo corpo che - nato mammifero e non uccello - si arrende alla forza di gravità. La visione distorta della realtà diventa poi evidente quando ti parlano del modello animale che vorrebbero emulare: la potenza del volo del falco, l'eleganza del volo del gabbiano, la maestosità del volo dell'aquila... Mai nessuno che citi il barbagianni. Men che meno la lumaca, il lombrico, l'ornitorinco o il paguro. Per la mucca sono d'accordo: è giusto non prenderla come esempio. Ma tutti gli altri animali? Forse non si sentono liberi strisciando, sbavando e scavando? Questo dimostra senza possibilità d'appello che la tesi è pretestuosa ed inconsistente e che il genere umano è davvero interessante.