sabato 24 luglio 2010

Veronesi, "noi" e "loro"

Leggo questa mattina su La Repubblica (http://www.repubblica.it/politica/2010/07/24/news/veronesi_nucleare-5790768/?ref=HRV-1) una breve ed interessante intervista che riguarda l'oncologo Umberto Veronesi. In estrema sintesi: il ministro Prestigiacomo gli offre la presidenza dell'agenzia per il nucleare, lui è tentato di dire sì, Bersani gli fa sapere che se accetta dovrà abbandonare l'incarico di senatore nel Pd.
Non voglio esprimere pareri sul nucleare ed ognuno a riguardo può pensare quello che gli pare. Ciò che ha stimolato il mio interesse è la posizione del Pd più che la scelta di Veronesi. A parte questioni marginali come il fatto che Veronesi sia stato eletto come indipendente ed ha sempre detto di non voler prendere la tessera di nessun partito, la mia domanda è: una volta che l'opinione di un governo è esattamente contraria alla tua ed una volta che la decisione è stata presa e le centrali si faranno, è più intelligente mettere a capo di un'agenzia di controllo un esperto di livello internazionale o il solito professionista di area governativa?
Certo, nessuno vieta a Veronesi di accettare, ma dirgli "se lo fai te ne vai" mi pare sottointenda un cortese "è meglio che tu non lo faccia". Ed arriviamo al nocciolo - appunto - della questione: la politica vive sulla contrapposizione, il bene comune no. Essere al contempo un esperto riconosciuto ed un esponente di una parte politica rende tutto più difficile perché puoi agire da esperto riconosciuto solo nel perimetro che la parte politica ha disegnato. Se esci dal perimetro dicendo semplicemente che, da uomo di scienza, vorresti tutelare la salute pubblica in una posizione molto delicata come la presidenza di un'agenzia di controllo sul nucleare, allora sei invitato ad andartene perché la tutela di un bene comune ammorbidisce troppo la contrapposizione politica. E adesso chi lo spiega all'elettorato che Umberto Veronesi è vegetariano e filo-nucleare? Non è più trendy così!
I partiti italiani non vivono di vita propria ma necessitano di un nemico. C'è sempre un comunista o un fascista nascosto in un armadio, in un comodino, sotto un pianoforte. Veronesi da questo punto di vista ha fatto una cosa gravissima perché in nome di un inutile vezzo chiamato "controllo della salute pubblica", ha ridotto le distanze con il nemico. Da oggi in poi, sono pronto a scommettere, che saranno in molti a trattare Veronesi come "il traditore". Per queste persone sarebbe molto meglio se l'oncologo rifiutasse sdegnato l'offerta permettendo che al suo posto si metta un signor nessuno - magari anche un po' amico - a tutelare la salute mia, tua, dei fascisti, dei comunisti, dei guelfi, dei ghibellini, dei Montecchi e dei Capuleti in nome della conservazione della distanza tra "noi" e "loro".
Ripeto: non ne faccio una questione di esaltazione o rifiuto del nucleare. Noto a tutti che ormai il nucleare si farà e noto a tutti che l'improvvisazione e la creatività italiana con il nucleare sarebbe meglio evitarle, io preferirei che le persone migliori occupassero i posti sensibili anziché giocare al "se parli con lui non sei più mio amico". Si chiama "sicurezza e salute pubblica" e non ha nulla a che fare con il "noi" e "loro".