lunedì 21 settembre 2009

La forte influenza dell'influenza: l'interessante virus H1N1

E' notizia di questi giorni che molti stati hanno acquistato milioni di dosi di vaccino anti-influenzale per contrastare l'esplosione della nuova pandemia di H1N1. Come ormai tutti sanno l'H1N1 o influenza suina o Messicana è un virus considerato "nuovo" per il nostro sistema immunitario perché contiene due geni tipicamente presenti nell'infuenza dei suini asiatici ed europei più alcuni geni di influenza aviaria ed umana. Questo virus è descritto come particolarmente aggressivo e virulento e non passa settimana senza qualche aggiornamento su diffusione della malattia e possibili contromisure in caso di esplosione dei contagi.

Io sono un amante dei numeri non perché mi piacciano di per sè ma perché spesso nascondono significati che, una volta esposti, fanno piazza pulita di clamori mediatici, superstizioni e della più grande forma di controllo che l'uomo abbia mai creato: la trasmissione della paura. Di fronte a questa annunciata catastrofe, dunque, prima mi sono posto qualche domanda e poi ho cercato i numeri.

La prima domanda è stata: quale incidenza di mortalità presenta la nuova influenza? Dal sito dell'Organizzazione Mondiale della Sanità ho scaricato qualche dato e ho fatto un banalissimo calcolo. Qui sotto trovate la tabella con le percentuali di morte sul totale dei casi registrati fino al 6 settembre 2009 divisi per regione geografica:



La seconda domanda è stata: questa incidenza è preoccupante o no? Per rispondere ho fatto un confronto con le normali influenze stagionali. In media le influenze stagionali colpiscono dai 3 ai 5 milioni di persone con un numero di morti compreso tra le 250.000 e le 500.000 unità per anno in tutto il mondo (fonte OMS), generalmente nelle classi di età più anziane e tra persone già indebolite da altre malattie. L'influenza H1N1 è considerata più aggressiva perché la fascia d'età in cui si concentra la maggioranza dei decessi si è abbassata da <65 anni a <50, detto questo ho rappresentato qui sotto la sua incidenza in termini di morti confrontata con le influenze stagionali:



La terza domanda è stata: chi colpisce la nuova influenza? La risposta a questa domanda è davvero interessante: non si sa. Provate voi stessi a fare qualche ricerca e noterete come sia praticamente impossibile trovare la minima statistica sull'incidenza di mortalità in rapporto alle condizioni pregresse di salute dei soggetti che hanno contratto il virus. L'unica cosa che so è che in Italia, fino ad oggi, ci sono stati due casi di morte: uno era un leucemico e dell'altro si è in attesa di autopsia per stabilire l'eventuale presenza di una polmonite pregressa. Nel frattempo i titoli dei giornali già sentenziavano "Virus A. Un altro morto". Per ciò che riguarda invece l'informazione ufficiale ho trovato solo una frase nel "Pandemic (H1N1) 2009 briefing note 9" dell'OMS dello scorso 28 Agosto in cui si rileva a riguardo della mortalità riscontrata che "Although the reasons are not fully understood, possible explanations include lower standards of living and poor overall health status, including a high prevalence of conditions such as asthma, diabetes and hypertension". In sostanza si rileva che muoiono di più le persone che vivono in condizioni di povertà e già malate. Una scoperta davvero sorprendente, non c'è che dire. Tuttavia ammettono nello stesso rapporto che nel mondo "The overwhelming majority of patients continue to experience mild illness".

A questo punto vi proporrei un gioco. Una cosa semplice semplice giusto per dare una misura alle cose. Supponiamo di voler dare una dimensione al pericolo, di voler quantificare ciò che anche la nostra parte razionale definirebbe allarmante. Per esempio, se qualcuno vi dicesse che l'influenza nel tempo che impiegate a leggere questa frase ha già infettato dieci persone, vi proccupereste?
Se qualcuno vi dicesse che un terzo della popolazione mondiale ha contratto questa influenza, vi preoccupereste?
Se qualcuno vi dicesse che questa influenza in un solo anno ha fatto un milione e seicentomila morti, vi preoccupereste?
Io risponderei affermativamente a tutte le domande ma qual è il problema? Che questa malattia esiste davvero ma non si chiama "influenza". Si chiama Tubercolosi. E sapete come si trasmette la Tubercolosi? Come un'influenza. Ma dite la verità: avete mai sentito parlare qualche politico o qualche giornale di emergenza imminente, catastrofe e fine dell'umanità? Io no.

Quindi adesso abbiamo una misura di ciò che è allarmante. La Tubercolosi è allarmante e, per milioni di persone, è anche letale. Ma se adesso dicessi: immaginate una malattia che ogni anno nel mondo non uccide un milione e mezzo di persone ma ne uccide dieci volte di più, una malattia che nel 2015 ucciderà 20 milioni di persone equamente divise tra uomini e donne, una malattia che rappresenta il 30% del totale delle morti nel mondo. Può esistere un qualcosa di così catastrofico che uccide più di qualunque virus, bacillo, parassita, cancro o quello che vi pare? Bè se esistesse sarebbe qualcosa di cui non se ne conoscono le cause sennò qualcuno avrebbe già fatto qualcosa, giusto? Sbagliato. Questa mattanza che uccide ogni singolo anno tante persone quante ne ha uccise la prima guerra mondiale si conosce perfettamente e viene classificata con il termine di "Malattie cardiovascolari" e le cause sono perfettamente note: dieta, sedentarietà, tabacco. Avete mai letto sui giornali che uccide di più uno stile di vita comunemente accettato di qualunque altra malattia? Io no.

Dove voglio arrivare? Voglio arrivare al concetto di buon senso, cioè una soglia che permetta a tutti di percepire allarmante un fenomeno che lo sia davvero ed agire responsabilmente di conseguenza. Al contrario, la tendenza generale di governi ed organi d'informazione non mi pare sia questa visto che l'informazione fornita non è completa e non è chiara. Trattare un potenziale problema come fosse un reale problema è già discutibile ma arrivare ad agire in via preventiva vaccinando le persone contro quella che fino ad ora non è altro che un'eventualità mi sembra davvero eccessivo. Io voglio essere vaccinato contro una malattia non contro un'eventualità. Mettiamola così: se degli esperti di tornado venissero a casa vostra dicendovi che, nonostante NON vi sia un pericolo imminente, nonostante NON via sia certezza del rischio e, soprattutto, nonostante NON via sia alcuno strumento che stia rilevando l'arrivo di un tornado, sarebbe bene che, "in via del tutto preventiva", puntellaste casa vostra con il rischio di farla crollare all'istante, accettereste o no?

E qui arriviamo al punto: i vaccini non sono esenti da rischi e per questo dovrebbero sempre rispettare una regola aurea di rapporto costi/benefici. Se il rischio di una malattia non è elevato o, peggio, non è dimostrato, il vaccino non dovrebbe essere usato. Diversamente si rischia di cadere nella situazione in cui la cura può diventare più pericolosa della malattia. Il primo ottobre 1976 gli Stati Uniti iniziarono una vaccinazione di massa che interessò 46 milioni di persone contro una supposta letale influenza suina. Il risultato fu che la supposta letalità restò una supposizione ma circa 4000 persone contrassero, per colpa del vaccino e non dell'influenza, una sindrome neurologica - la Guillain-Barré syndrome (GBS) - che porta a paralisi progressiva parziale o totale. Sia ben chiaro, non sto escludendo la possibilità che il virus H1N1 possa mutare diventando realmente pericoloso. Così come non posso escludere che camminando su un marciapiede si possa essere colpiti in testa da un vaso di gerani. Ma una cosa è la percezione del rischio reale e ben altra cosa è la percezione del rischio ipotetico. Perché devo espormi ad un rischio reale se ho di fronte, oggi, solo un rischio ipotetico? In altre parole, chi di voi per evitare l'ipotetico vaso di gerani, si chiuderebbe preventivamente in casa per sempre? Come dice il rapporto dell'OMS "Close monitoring of viruses by a WHO network of laboratories shows that viruses from all outbreaks remain virtually identical. Studies have detected no signs that the virus has mutated to a more virulent or lethal form". E questa, nonostante i giornali, è, ad oggi, la realtà dei fatti.

La situazione cambierà? Il virus muterà diventando pericoloso? Aumenteranno i morti? Rispondiamo usando il buon senso:
1. Aumentando i casi di contagio aumenteranno presumibilmente anche i morti;
2. Abbassandosi le temperature aumenteranno i casi di contagio, le malattie da raffreddamento e probabilmente anche i morti;
3. I virus influenzali mutano non perché siano "cattivi" ma perché in milioni e milioni di anni di evoluzione sono diventati abilissimi nel farlo. E' possibile che, infettando milioni di persone nel mondo e subendo una potente pressione selettiva dovuta all'uso continuo di anti-virali, si creino delle varianti più resistenti e pericolose;
4. Sui grandi numeri, aumentando il numero degli infetti è atteso che un certo numero di morti sia attribuibile al solo virus e non a malattie pregresse complicate dalla presenza del virus.
Queste 4 risposte sono applicabili a tutti i virus influenzali di ogni anno, di ogni periodo storico e di ogni regione geografica. Solo quando i numeri - e non i giornali - mi diranno che c'è una deviazione anomala dal comune andamento inizierò a pormi il problema. Ora no.

Un'ultima cosa: sapete perché mi sono deciso solo oggi a pubblicare un post sull'influenza? Perché l'ho avuta la settimana scorsa. Dopo tre giorni con un po' di tosse, mal di testa e qualche linea di febbre sono guarito stando un po' a letto, bevendo molto e riposando. Che novità per un'influenza, vero?

martedì 8 settembre 2009

Scritto originale in due parti che risponde a modo suo alla piattezza del fenomeno mediatico. Parte 2: cioè quella del "Ciò che sarà"

Lui nemmeno lo voleva fare. Seduto alla scrivania di fronte alla grande finestra del suo ufficio, guardava la lampada con le bolle arancioni che risalivano silenziose dal basso verso l'alto e pensava che alla fine, se fosse stato zitto qualche settimana fa, se non avesse buttato lì l'idea della bara davanti al palco e del concerto d'addio, tutta questa responsabilità non l'avrebbe nemmeno sfiorato. Certo, tutti quei soldi non gli dispiacevano, però... E poi come cantante nemmeno gli piaceva. Gli sembrava matto e tutti quei passetti, gli urletti, i sospiretti... Ma così stavano le cose. Il diligente Frank Spano, dopo un'onorata carriera dietro le quinte era stato nominato responsabile della nuova campagna discografica post-mortem dell'immortale Re del Pop. Interessante no? Da vivo non era mai riuscito a sopportarlo ed ora, ora che il "mito" era passato a miglior vita doveva curarne immagine e diritti. E cosa cavolo si può inventare su un morto? La stessa domanda l'aveva rivolta ai responsabili dell'etichetta ma la risposta fu una fragorosa, grassa ed irrispettosa risata. Povero Frank. Trattandolo come un bambino che deve ancora imparare la lezione gli avevano spiegato che i morti possono essere più redditizi dei vivi. Ci si può fare un sacco di soldi e "sai perché mio caro Frank?". Pelato e grasso, quell'animale di Bob gli aveva spiegato che i morti fanno comodo perché "non rompono le palle e, soprattutto, piacciono al pubblico". In effetti, ragionava Frank, non aveva mai visto nulla di simile. Il giudizio di molti su Michael Jackson vivo si muoveva in un range che andava dall'eccentricità alla pedofilia. Ma ora, ora che nessuno poteva più sbizzarrirsi nello scrivere nuove pagine di eccessi e manie sembrava che tutto fosse cambiato. Da giorni passavano sul marciapiede lì sotto masse di adolescenti, ventenni e trentenni che indossavano un guanto bianco. Dalle finestre e dalle radio era un continuo di Beat it e Billie Jean come se non fossero mai esistite prima e i critici musicali lo coccolavano celebrando la scomparsa del più "incredibile", "indimenticabile" ed "unico genio del pop di tutti i tempi". "E adesso che ti prende Frankie? Con l'età stai diventando filosofo? Che ti frega di tutto questo? I morti fanno fare un sacco di soldi, Frankie. Guarda bene. Guarda come funziona il gioco. La gente ha bisogno di peccatori vivi e santi morti. Solo così può crocifiggere e far risorgere. Il nostro compito è solo quello di darle quello che vuole. Un modo rapido per sentirsi severa ma giusta, misericordiosa ed infinitamente buona, partecipe e coinvolta. E tutto questo senza alzarsi dal divano, senza dover poggiare la birra gelata e, soprattutto, senza smettere di guardarci mentre li prendiamo per il culo. Hai capito Frankie?"
Gli faceva proprio schifo quella lampada rigurgitante bolle arancioni piazzata sulla scrivania. Ma vicino alla lampada... Vicino a quell'orribile lampada c'era lei: la lista. Ci aveva messo un po' di giorni per stilarla ma i suoi ragazzi avevano lavorato bene. Con una perfetta scansione dei tempi, giorno dopo giorno avevano costruito il palinsesto della nuova carriera post-mortem di Michael. C'era tutto: le ultime indiscrezioni sulla sua vita privata, i figli e il giallo sulla morte, le raccolte rimasterizzate, il nuovo disco di inediti trovati a Neverland, il cofanetto in 5 dvd con tutti i video e le interviste, il film-documentario che alterna scene di vita quotidiana al commosso ricordo dei parenti ed amici, il concerto tributo dei big "per non dimenticare", i libri non autorizzati, il film biografico interpretato da una star giovane ed amata e la fondazione per l'attività di beneficienza. Si c'era tutto. Come sempre.
Gli piaceva rigirarsela tra le mani la lista, toccare la carta ruvida e immaginare quanto valesse. Non gli piaceva Michael Jackson da vivo ma da morto cominciava a stargli simpatico. "Bravo Michael. The King of Pop". Spense la lampada arancione, prese la giacca e, con il sorriso soddisfatto di chi ha fatto il proprio dovere, pensò che doveva sbrigarsi: in tv stasera c'erano i Lakers ed una bella birra ghiacciata ad attenderlo.

domenica 6 settembre 2009

Lettere

Come promesso pubblico alcune lettere arrivate dopo la mail al Corriere. Alcune erano molto lunghe e mi sono permesso di tagliarle mantenendone il più possibile il senso. Secondo me, anche se molto ridotto e distorto dal fatto stesso di far parte di una rubrica, il campionamento è abbastanza rappresentativo di vari pensieri dominanti e caratteristici. Buona lettura.


A chi fa bene la rassegnazione?
A me fa bene.
Sono stanco, mi creda
Non voglio fare la vittima ma dopo 30 anni di lotte, dopo il continuo credere alla Legge, ai diritti, mi sarò pure stancato di prendere batoste o no??!; ecco il perchè della rassegnazione.
Sono stanco di vedere l'amico dell'amico che mi passa avanti nei concorsi, sono stanco di vedere i miei diritti calpestati, sono stanco sopratutto di vedere come la legge viene applicata a chi si ribella e interpretata per gli amici.[...]
Raccomando ogni santo giorno, a mio figlio quasi 18enne di scappare via da questo paese (volutamente con la minuscola).
Adeguarsi o morire (civilmente): mi adeguo e metterò a frutto la mia intelligenza per farmi un giro di amicizie "giuste".......per truffare il mio prossimo e lo Stato a tutto spiano; sporcherò le strade e inquinerò ancora di più.
Se esistesse un indirizzo fisico della Mafia al quale poter indirizzare una domanda di assunzione lo farei senza remore.
Le persone se le ammazzi, se le freghi qui ti ammirano, nel caso contrario sei un fesso.

Mi scusi lo sfogo, Sig. Ottavio
La saluto cordialmente

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Io che protesto sovente contro i diversi puttanai pubblici e privati, vengo considerato dagli amici con benevolenza. Eppure ho moltissimi casi, tutti documentatissimi, di piccole/grtandi vittorie contro questo o quel sopruso, o contro questo o quel malfunzionamento.
Sei in fila dal tabaccaio e quello dietro di te allunga i venti euro passandoti con il braccio sopra la testa? Ma lascia perdere, sono dei maleducati.
E così via, dal caso di poco conto a quello grave. E tutti avanti con l'aria degli ebeti cui si può fare ingoiare tutto.

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Al fegato, carissimo Ottavio.

Perché hai litigato per anni con i commercianti per farti fare lo
scontrino: poi il Parlamento ha varato il "Concordato Fiscale Preventivo"
eliminando l'obbligo dello scontrino. In compenso la spesa ormai la fai
solo al supermercato, a venti minuti di auto, perché ora tutti i negozi
sotto casa se possono farti un dispetto, lo fanno.

Perché hai visto un ragazzotto rubare un portafogli davanti alla Stazione,
ti sei offerto di testimoniare e due agenti della Polfer lo hanno pure
preso. Ma ogni due anni, all'ennesima convocazione del processo, ci si
ritrova sempre te ed uno dei due agenti. L'altro nel frattempo lo hanno
arrestato per corruzione [...]

Anche se, in fondo, lo sai anche tu, Ottavio. Se ho destinato un po' di
tempo all'esigenza interiore di rispondere alla tua domanda, negherei
l'evidenza se non ammettessi che, sotto sotto, completamente rassegnato
ancora non sono. Ma è solo perché so esistere una terza via: la crisi
mondiale prima o poi si attenuerà, ed i miei amici finlandesi il mio
curriculum lo hanno già.

Con profonda ammirazione per i tuoi gesti di civiltà,

Luca

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Stiamo toccando il fondo di un pozzo osceno, se un fondo c'e'.
si raccolgono oramai da decenni I frutti velenosi di 50 anni di orrore
L'Italia torna ad essere una sola "espressione geografica" come era prima del nostro Risorgimento.
Ma, del resto, cosa ci aspettavamo....rose e fiori??

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Oila` Ottavio ! anche se la tua lettera e` rivolta a Beppe , permettimi un breve commento
in merito a quanto ti ha detto quel capotreno ;
la percentuale di chi chiede il rimborso e protesta formalmente è infinitesima.
Vero ,e il motivo e` semplice : perche` la stragrande maggioranza degli italiani ,compreso il capotreno, in situazioni identiche,
si comporterebbe esattamente come si e` comportato l'impiegato dello sportello ; quella non e` rassegnazione e` semplicemente l'accettazione tacita di una situazione di comodo; [...]
..perche` credi che 20 anni fa ho fatto la valigia ? non certo perche` anche in Inghilterra c'era il sole, il mare cristallino e la mozzarella fresca ( anche se devo dire che oggi come oggi trovi anche quella e a prezzi decisamente inferiori rispetto a quelli italiani)

cordiali saluti da una londra che oggi , dopo giorni di pioggia,
si e` decisa a regalare
un raggio di sole
mario

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caro Ottavio, il vero eroe e` colui che ha avuto il coraggio di dire basta , coi fatti, alla monnezza per qualcosa di piu` pulito ; ma dire basta e fare i fatti non e` cosa facile perche` per rinunciare alla propria terra, alle proprie abitudini, alla propria lingua, alla propria cultura , agli affetti ed ai compromessi che , se accettati, avrebbero potuto renderti la vita piu` facile ci vuole non soltanto il coraggio di un leone ma anche e soprattutto una dignita` elevata all'ultima potenza, due qualita` che purtroppo la stragrande maggioranza dei nostri connazionali non possiede.
mario

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L'Italia sta perdendo tutti I treni e soltanto delle inutilita' si parla e si discute a miliardi di parole dette e scritte
PERCHE' COSI' SI VUOLE CHE SIA.
ernesto