sabato 2 ottobre 2010

I problemi sono altri, cioè quelli, e ci siamo capiti (Seconda parte)

Chi ama usare il giochetto "I problemi degli italiani sono altri!"? A differenza di quanto sostenuto da mygenomix (vedi commento alla Prima parte) che ritiene sia d'uso e consumo delle opposizioni in quanto esenti da responsabilità, io verifico ogni giorno che il trucco è usato bipartisan. Ho sentito proprio oggi esponenti di partiti di governo ed opposizione darne sublime prova. Il trucco è amato perché permette all'opposizione di dimostrare che il governo non è in grado di risolvere i problemi del paese e al governo di dimostrare che, dato che i governi passati hanno lasciato loro in eredità situazioni disastrose, ora non hanno colpe e stanno, comunque, lavorando per noi. Insomma, con la stessa frase si ottengono effetti favolosi. Sempre.

Ma c'è qualcosa di più. Quando si dice che i problemi che interessano gli italiani sono altri e quando gli interessati producono solennemente quel tipico movimento verticale del cranio che in occidente significa "Sì, sono d'accordo" non viene il dubbio a qualcuno che non si abbia la minima idea di che cosa si sta parlando? Tralasciando l'ovvia argomentazione che potenzialmente ogni italiano può dare alla parola problema una sua connotazione e quindi parlare genericamente di problemi degli italiani è non dire assolutamente nulla, la mia domanda è: ma gli italiani sanno davvero quali sono i problemi degli italiani?

Gli italiani hanno un'idea di cosa stia succedendo al paese sotto l'aspetto economico, industriale, energetico, ambientale? Perché io ho il vago sospetto che a forza di essere tranquillizzati nel sentire che ci sono dei problemi che tutti conoscono e qualcuno ci sta lavorando, poi non interessi più quali essi siano. E' come sapere che un cane fa la guardia da tempo immemore ad un cancello ed il solo fatto di sentire un "Bau!" ogni tanto ci distolga dal verificare se il cancello sia aperto, chiuso o se esista ancora un cancello. Non basta protestare contro le tasse troppo alte o l'assenza di posti di lavoro. Queste sono conseguenze di anni di ignoranza tranquillizzata da estemporanei "Bau!". E non basta continuare a dire che "I problemi degli italiani sono altri!" perché finché non si spiegherà agli italiani quali sono questi problemi e gli italiani non inizieranno a consumare un po' di energia per capire e giudicare arriveranno presto altre conseguenze contro cui protestare. Ma saranno solo conseguenze di problemi. Non IL problema.

E siamo arrivati al punto. Perché permettiamo a questa gente di fingere di stare dalla nostra parte e sentirci per questo soddisfatti fino alla prossima puntata? Quello che noto io in Italia è che si è passati da un principio di rappresentanza ad un principio di totale ed assoluta delega. Sei un politico? Allora devi sapere le cose al posto mio così io evito di farmi un mazzo così per studiarle. Un esempio? Il referendum. Il senso di fastidio che attanaglia la maggior parte degli italiani quando devono onorare il diritto della democrazia diretta dimostra quanto piaccia il masochismo. E la brillante tesi è: i politici sennò che ci stanno a fare? Semplice: ad ammirare questo antico e glorioso popolo che docilmente si flette con geometrica angolazione di 90°.

Quindi, ricapitolando: siete sul bus, al bar o tra amici? Usate questo fantastico trucchetto! Concludete sempre con un criptico "Eh, ma i problemi degli italiani sono altri!" funziona sempre, farete un figurone e tutti saranno d'accordo con voi. Ma attenzione: non dite mai quali sono questi problemi perché a loro basta sapere che qualcuno sa che loro sanno di sapere. E ci siamo capiti.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Hai ragione, io davo per scontato che gli italiani sapessero quali fossero i problemi (o quantomeno alcuni dei problemi, quelli che a ciascuno premono di più). Ora però mi hai fatto venire il dubbio, infatti il cattivo rapporto con i referendum non può essere spiegato se non da questa delega di responsabilità.. La cosa mi sorprende un po' perchè invece io farei un referendum per qualsiasi proposta di legge! Anzi, fosse per me si potrebbe fare anche a meno del parlamento. Tipo, uno va su governailtuopaese.com e vota la legge proposta dal governo. Figo no? Ma forse sarebbe sufficiente anche un tool come questo che solo gli americani potevano inventare:
http://flowingdata.com/2010/10/04/make-your-vote-count-with-voteeasy/

otty ha detto...

Già, anche io andrei a votare su ogni cosa. Altro che essere trattati come deficienti che preferiscono andare al mare. Che ci vadano loro al mare, io voto. E nota la finezza: è meglio andare al mare perchè I PROBLEMI VERI SONO ALTRI. Sono sempre altri, altri, altri. Ma nessuno sa più quali. Quindi la mia regola è: se non capisci qualcosa studiala. E se ti dicono che non è importante studiala di più.

Anonimo ha detto...

Sì beh, in realtà quando si tratta di votare per scegliere quale buffone mandare al governo posso capire che uno sia tentato dal lavarsene le mani! Se solo si parlasse dei veri problemi del Paese.. :D