domenica 21 marzo 2010

Il bisturi dei distinguo

[...] "Secondo il pontefice c'è stata «una preoccupazione fuori luogo per il buon nome della Chiesa e per evitare gli scandali», che ha avuto come risultato «la mancata applicazione delle pene canoniche in vigore e alla mancata tutela della dignità di ogni persona» [...] Il Papa ha raccomandato ai colpevoli un esame di coscienza, un «pentimento sincero», «preghiere e penitenze per coloro che avete offeso» e di fare «personalmente ammenda per le vostre azioni» (Corriere della Sera 20 marzo 2010)

"La Chiesa deve assumersi la sua parte di responsabilità, che gli autori (degli abusi) siano laici o religiosi non fa alcuna differenza. Tutti sono sottoposti al Codice penale svizzero, senza eccezione". (Doris Leuthard, Presidente della Confederazione elvetica, La Repubblica estratto da Le Matin Dimanche 28 marzo 2010)


Ci sono cose che dovrebbero mettere tutti d'accordo. Ci sono cose per cui tutti dovrebbero provare un solo, unico ed umano disgusto. Ci sono cose che non dovrebbero lasciare spazio ai distinguo, alla chiacchiera, all'analisi tecnica del foro da cui ora esce solo il fumo di uno sparo. Ma non è così. Nemmeno questa volta.

Prove documentali, vittime finalmente testimoni, reportage circostanziati che raccolgono tempi, modi, luoghi di una vergogna che il solo ascoltare ti fa venire voglia di girarti per non essere anche tu uno di quelli che guarda. E sei lì, tra la pubblicità di una bibita e di un'auto, mentre anziani signori raccontano di loro bambini, loro nell'istituto di Verona, loro sordi e muti costretti a fare la doccia con "quelli", loro che oggi guardano fissi la telecamera mentre la voce fuori campo legge i nomi di tutti quei "Don".

E poi i giornali che scrivono di altre storie, altri istituti, altri Paesi, altri "Don". Ci dovrebbe essere qualcosa che ci mette tutti d'accordo. L'assoluto disgusto è nell'atto, nella violenza vigliacca e disumana che per la personale soddisfazione istantanea distrugge i ricordi di chi un giorno avrà nipoti e a cui sentirà di mentire raccontando che il mondo è bello. Fa abbastanza schifo questo?

Eppure la sottile lama dei distinguo ha già iniziato a lavorare. Io stesso ho già sentito parlare di intrighi internazionali ed attacchi programmati. "Certo, alle vittime va tutta la nostra solidarietà, però...". Senti come lavora il coltello del distinguo? Affilate lame di "però" sezionano l'argomento per trovare chi c'è dietro, stanare il regista e portare a galla l'intento persecutorio. E fettina dopo fettina, le parole allontanano dalla realtà, il tempo dalle sensazioni. Piano piano, ciò che disgusta naturalmente l'Uomo diventa "argomento di dibattito", il senso di empatia si trasforma in "necessità di un'analisi obiettiva contro ogni strumentalizzazione".

Ma basta davvero questo per non provare vergogna? Perché non escono dagli uffici stampa e dal linguaggio felpato dei portavoce? Perché non chiedono alle vittime di aiutarli a ricostruire i fatti e ai giornalisti di raccontare ogni singola storia? Perché non forniscono alla giustizia terrena il materiale necessario per aiutarli a punire chi ha fatto così tanto male?

2 commenti:

emmecola ha detto...

Concordo pienamente.. Non si può essere che disgustati. E chi parla di questi argomenti, se ha le prove, deve tirarle fuori e pubblicarle in prima pagina sui giornali e su internet. Se le testimonianze ci sono devono uscire alla luce del sole! Il minimo che questi animali si meritano è di essere sputtanati e messi alla gogna. Invece, purtroppo, come anch'io ho visto in un documentario di Sky tempo fa, la Chiesa ha questa odiosa tendenza a sotterrare tutto e dire "Tranquilli, non dite niente in giro che risolviamo tutto noi". Bella roba.

Andrea ha detto...

A disgraziato!
Che nun te fai senti??
non gne la ffai ?
'ndo stai ?