mercoledì 12 settembre 2007

"O Lille o Morte!" - Terza ed ultima parte

Dai servizi segreti della capitale arriva tosto il dispaccio con la notizia che l'automatico orsoide Carlone potrebbe essere recluso in un casolare della temuta e selvaggia campagna belga. Rapidi come il baleno nell'àere bruna di cieli tempestosi, i Tre samurai, con impeccabile e silenzioso passo del giaguaro, si portano sull'obiettivo.

Fecchia manifesta i primi segni di umana e comprensibile tensione.


Barbagli lo rincuora promettendogli al ritorno una virile camicia Acca ed Emme color pervinca, collezione autunno-inverno, fianchi sagomati e doppio bottone al polsino. Fecchia gradisce e, deciso, afferma: quando il gioco si fa duro i duri indossano Acca ed Emme!

Ed ecco che i Nostri erculei beniamini, per riuscir a far breccia nel mostruoso casolare, adottano il loro migliore travestimento: il suonatore di marimba uzbéko. Perfetta la strategia mimetica, irriconoscibili agli occhi dei più. Quindi, con il mestiere e l'ardire di attori consumati, si fingono avventori affamati e chiedono cibo al nemico. L'ingenuo ragazzotto belga che li accoglie abbocca inconsapevole al raffinato trabocchetto. Senza esitare, li fa sedere all'umile desco.


Ed è così che ha inizio la serie dei poveri piatti da parca cucina dei semplici.

Il frugale antipasto:



La miserrima minestra di ceci e lupini:


Il minuto, e per questo commovente, dolcetto di ghiande e carrube:


I Tre Temerari sono nel pieno delle loro facoltà fisiche e mentali, giammai offuscate da quell'effeminato liquido paglierino chiamato 'bière'.


Decidono così di complimentarsi con il cuoco Orazio. Il forte e gentile Barbagli, senza esitare, esegue.


Ma attenzione! D'improvviso una pista insperata! Al suo ritorno, Barbagli, sotto il desco, trova un messaggio lasciato dall'automatico Carlone.

In codice cifrato su supporto di ardesia, l'astuto Carlone scrive:
S-c-e-m-o
c-h-i l-e-g-g-e.
F-o-r-z-a
j-u-v-e.


Barbagli e Fecchia si compiacciono della rapidità con cui il C.O.B ha appreso i fondamentali pilastri della cultura italica. Ma è il bambino Bruno Caorso che, impaziente, si lancia in una temeraria decodifica: permutando le lettere con una serie inversa di Fibonacci e disponendo a doppia evolvente di cerchio su triangolo di Tartaglia le sole consonanti successive alle prime tre lettere del sinonimo greco di ogni parola, l'imberbe ottiene un nuovo sconcertante risultato:
F-r-u-s-h-t
B-o-b-b-l-e
S-g-u-r-z
A-h-i
P-a-l-o-m-a
.

Fecchia resta interdetto. Barbagli guarda Fecchia, poi guarda Caorso che guarda Fecchia e ancora Barbagli. Fecchia guarda Caorso ma non guarda Barbagli che smette di guardare Fecchia ma vorrebbe guardare Caorso. Caorso non guarda Barbagli e non guarda Fecchia. Così che, non si sa da dove, un poderoso sganassone si assesta sul cranio del bambino insolente.

Ma Fecchia, d'un tratto, ha il lampo del genio maschio ed urla: l'ultima parola è Paloma! E' Paloma che dobbiamo contattare!
Paloma è un'ex-prostituta trapanese esperta in giochi ad alto contenuto erotico quali la canasta ed il sudoku. Segue tutte le serie televisive trasmesse dal suo luminoso cinescopio Philco, ma solo via satellite per sapere prima degli altri come vanno a finire. Fecchia la conobbe qualche anno fa a Milano durante l'inaugurazione del primo negozio Acca ed Emme e, si vocifera, che il loro incontro fu torrido e passionale dentro un angusto camerino. Oggi lei lavora in terra d'Oltre Alpe ma nessuno sa dove. La sua caratteristica è quella di offrire preziose informazioni per via rigorosamente telefonica. Per evitar sospetti ed intercettazioni, i Nostri decidono - come appreso dal dinamico e frizzante ispettore Derrick - di contattarla da un apparecchio pubblico nella buia metropolitana di Lille.

Ma l'impudente balillo Caorso urla e pesta i piedi per telefonare lui medesimo alla fascinosa Paloma. Barbagli e Fecchia, indomiti ma dal cuore di burro, acconsentono per farlo felice. Caorso afferra la cornetta, compone il numero ed avido come un varano in una vasca di Nutella aggredisce Paloma urlando: Paloma! Christian di Nip&Tuck è gay o no?! Parla Palomaaaa!


Barbagli prontamente gli sottrae l'apparecchio e, mentre Fecchia tiene fermo l'indomabile imberbe, in posa marziale


ascolta la suadente voce di Paloma dire: se è Carlone che cercate, allo zoo lo troverete... e dì a Fecchia che in quel camerino mi ha fatto sentire donna.

Che zoo sia, dunque! Arrivati in loco, i Tre impavidi devono fare subito i conti con bestie di ogni fattezza, genere e dimensione. Mostri con una testa, quattro zampe e, talvolta, financo una coda.

Sulla destra hanno il Kiru kopio: mammifero antropomorfo rapidissimo nel fare le fotocopie.


Sulla sinistra, la Magladicica mesontogonica: mammifero notturno che mima barzellette oscene senza ricordare mai il finale.


E dietro, il Cremaster bombogundam: mammifero ipercinetico che si nutre di Big Babol ma non disdegna Calippo alla Coca Cola.


Ed ecco la sorpresa!!!
L'incredibile novella!!!
Ecco la vista inaspettata!!!
I Nostri scultorei beniamini non credono ai propri occhi!
D'improvviso, appare lui!



CARLONE... CAPOTRENO!
Al suono di un gentile ciuff ciuff, tutto torna chiaro. Carlone non è stato rapito dalle forze del male rosso. E' solo fuggito dal suo destino.

La prima parola di Barbagli: Incredibile!
La prima di Fecchia: Incredibile!
La prima del bambino Caorso: Coppetta con due palline, bacio e gusto puffo.
Potenti sul Caorso arrivano due sganassoni in stereofonia: uno per l'assenza di nesso ed un altro perchè nemmeno Cristina D'Avena mangia più il gusto puffo.

Ma si sa, è nei momenti difficili che nascono sentimenti nobili. Fecchia e Barbagli si chiedono se esista una sola ragione per rattristare il mite Carlone richiamandolo al suo dovere. Lui, l'orsoide buono, nato per la guerra e divenuto capotreno. Perché interrompere il sogno dell'irsuto mammifero che l'uomo ha voluto glaciale e gli eventi hanno reso gentile? Giammai!
Barbagli sentenzia: meglio un giorno da capotreno felice che cento da orsoide co.co.pro!
Fecchia lo abbraccia commosso.

E per entrambi, un pensiero vola alla madre.
E' tornato.
Vola ancora alla madre.
E' tornato di nuovo.

Ma quando il pensiero segue la traiettoria del cuore, l'uomo d'azione comprende che è giunto il tempo del congedo. Barbagli e Fecchia devono lasciare l'insidiosa Lille per tornare al Paese che più amano. Il Paese dei navigatori, dei pittori, degli inventori. Il Paese della politica nobile, dei musei meravigliosi e delle donne bellissime. Il paese del tricolore: l'Olanda.

Un ultimo virile saluto al bambino Caorso - au revoir, enfant terrible - e via!



Epilogo: oggi, Barbagli e Fecchia vivono felicemente in Olanda nella città di Gouda. Qui hanno brevettato un nuovo processo produttivo per fare i buchi nel formaggio che li ha resi ricchi e famosi. Barbagli ha inoltre dato vita ad un esercito privato per il controllo demografico, mediante uso di esplosivi, dell'insidiosa mucca Frisona. Qui lo potete vedere mentre passa in rassegna l'orgogliosa truppa.


Fecchia è stato nominato da Barbagli Sovrintendente Capo Supremo dell'efficientissimo esercito.



Fine


Note dell'autore: i fatti citati non sono frutto di fantasia ma sono realmente accaduti nell'arco di tre giorni trascorsi a Lille nell'Aprile 2007. Dichiaro inoltre, sotto la mia responsabilità, che al bambino Bruno Caorso non è stato torto un capello e Carlone l'Orso Burlone non è stato oggetto di alcuna tortura.

E un pensiero vola a Corrado Guzzanti.
E' tornato.

Nessun commento: