domenica 2 settembre 2007

"O Lille o Morte!" - Seconda Parte

Il ricordo di Fecchia che arringa fiero le masse in raffinata tenuta Acca ed Emme dura un istante esatto, né di più, né di meno, ed è già tempo per i Nostri gladiatori di addentrarsi nella infida arena che prende il nome di Lille. Già, Lille. Che vuol dire Lille? Forse, un femmineo colore? No! Forse, una storpiata canzonetta di Venditti Antonello? Nemmeno! Lille, tradotto fedelmente dal primitivo idioma delle genti di Fiandra, vuol dire luogo ove se non hai paura significa che sei già morto quindi inizia a toccarti i maroni, vaccaboia. Barbagli, esperto di lingua e moschetto, comprese subito la pericolosità del compito affidato. Tacque però, per il bene primo della missione, della patria e dell'acconto per il volo pluto-marxista-sodomita già versato.
Momento di maschia commozione.
Finita.

Ma ecco che il bambino Bruno Caorso conduce con cipiglio risoluto gli Eroi verso il suo poderoso automezzo. Nel baule gli oggetti che contraddistinguono l'Uomo che sa vivere: una coperta, due bidoni di fertilizzante, una scarpa da ginnastica - la destra! - e mezzo panino secco. Alla guida il bambino Caorso è rapido e sportivetto e ad ogni sorpasso, il pestifero infante, apostrofa il sorpassato con amichevoli frasi idiomatiche quali: tua sorella suona il piano e lui la tromba. Fecchia ride alle garbate facezie. Barbagli resta cupo: il nemico potrebbe essere ovunque.

Solo giunti al quartier generale Barbagli si rilassa. Il luogo è sicuro e inattaccabile. I tre bronzi di Riace suggellano lo scampato pericolo urbano con un nerissimo caffè sorbito in impeccabile posa marziale, come a dire: mi riposo ma con vigore!


Ma si sa, il nero caffè, per l'Uomo di polso italico, chiama una sola cosa: il più classico, antico e praticato sport della romana penisola. Il Gioco del Maschio Dardo Acuminato.
La sfida è serrata ma non c'è storia: Barbagli con fanatismo futurista dà spettacolo. Senza fallo - nel senso che non sbaglia, perbacco! - propone in sequenza le migliori posizioni di questo ardito e faticoso sport:
- Posizione 39: la Retroversa, anche detta del Granchio barbuto;


- Posizione 51: la Comoda, anche detta del Gufo che ti guarda e non ti dice nulla;


- Posizione 78: la Napoletana, anche detta del Cobra a palloncino;


- Posizione 94: la Vaporella, anche detta del Gecko molesto;


Tutti centri pieni e gagliardi! Bene! Bravo Barbagli!


Fecchia sbotta sincero: che talento!
Il bambino Caorso di rimando: che culo!
E si prende un sacrosanto sganassone.

Ma cosa distingue l'Uomo dall'ometto? La 'U' maiuscola ed 'etto'? Giammai! E' l'inattaccabile senso del dovere. I Nostri sono qui per una missione e la missione porteranno a termine, costi quel che costi. E quale compito è stato assegnato da Roma agli Indomiti Nostri Unici e Soli? Forze rosse hanno tramato nell'ombra e sono riuscite nel criminale e cinico intento di sottrarre al bambino Bruno Caorso l'ultima meraviglia e vanto della Italica ricerca scientifica: l'automa prototipo C.O.B. (Carlone l'Orso Burlone). L'imberbe infernale Caorso aveva scambiato il raffinato automa Carlone per un simpatico peluche e solo con esso si addormentava sereno. E proprio durante il suo profondo sonno bambino è avvenuto il facile ratto. Dove sarà nascosto Carlone? A che tipo di torture lo staranno sottoponendo? E' tempo di agire!

Ma ecco che un attimo prima di prendere la via dell'ignoto, Fecchia, fine conoscitore della pittura primitiva, nota sui muri del quartier generale un simbolismo arcaico non nuovo all'occhio dello studioso preparato.


Senza indecisione alcuna, sentenzia: periodo proto-neanderthaliano. Postura semi-eretta!
Molto eretta! - chiosa con sulfurea ironia il bambino Caorso.
E si prende un altro sacrosanto sganassone.

Ma dove sarà Carlone l'Orso Burlone? E i nostri eroi riusciranno a ritrovare il raffinato automa tenerone? Ed è vero che le donne quando dicono no è sì? E il caffè bisogna berlo amaro? E le doppie punte sono un problema risolvibile? Questo e tanto altro ancora nella terza ed ultima vigorosa puntata di "O Lille o Morte!".

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