domenica 23 settembre 2007

La Mosca

In uno dei commenti al post 'Quello che le donne odiano degli uomini' Mente Rossa mi chiedeva di parlare della mosca. Al momento mi rifiutai ma un aneddoto me l'ha fatta tornare alla mente, quindi...

Quest'anno sono stato in vacanza in Olanda. Vicino ad una diga sul Mare del Nord, in un autogrill, con disinvoltura ho buttato giù un caffè aromatizzato alla nocciola ed una polpetta cilindrica fritta ripiena di pezzi di carne spappolata con formaggio liquido incandescente. Era chiamata La polpetta della nonna e dopo il primo morso ho augurato alla nonna un lungo - diciamo pure eterno - riposo lontano dai fornelli. Subito dopo ho fatto un giretto in bagno ed ecco che dentro al vespasiano, buona buona, trovo lei: la mosca.


Dunque, procediamo con ordine: noi maschietti quando facciamo la pipì tendiamo spesso a lasciare tracce del nostro passaggio. Nei casi meno gravi si tratta di schizzi indiretti, nei casi più gravi il vaso viene mancato clamorosamente. Tralasciando questo secondo caso che qualifica il responsabile come dotato di un sistema nervoso molto semplificato, mi soffermerò sul primo. E' evidente a tutti che diverse variabili intervengono nella generazione di schizzi indiretti: si va dall'altezza del soggetto fino alla geometria delle pareti del wc. Si può ipotizzare l'esistenza di un angolo ottimale d'impatto che minimizzi la riflessione e quindi gli schizzi, ma il vero problema è: determinato questo magico punto, come indurre il maschio urinante a colpirlo? Ed ecco l'idea geniale: disegnare in quel punto una mosca.
In effetti, una delle cose che il maschio sa far meglio è concentrarsi nel colpire un obiettivo. Passa la vita a cercare bersagli da centrare. Fionde, sassi, cerbottane, joystick, palle, giavellotti, pistole, missili sono il suo armamentario. Finestre, gatti, astronavi, birilli, canestri, porte, fagiani, persone i suoi target. Non conta il grado culturale, lo status sociale o l'orientamento politico: la sua visione, seppur in contesti differenti, è quella del cacciatore. E se non c'è l'obiettivo? Se lo inventa. Lasciato in compagnia di sè stesso, l'uomo vede la tazza smaltata come il campo di battaglia e qualsiasi ombra intacchi il bianco candore diventa il nemico da punire con il paglierino getto vendicatore. Ed ecco che la mosca disegnata ad hoc nel punto di minima riflessione diventa un'attrazione irresistibile per l'antico guerriero che attacca senza pietà, accanendosi allo spasimo fino alla meritata vittoria (o allo svuotamento della vescica che però lascia sempre un po' di amaro in bocca).
In fondo, siamo organismi semplici.
Tutto questo è molto interessante, se non fosse che mentre scattavo foto come un forsennato al water con il mio cellulare, un tizio usciva dal bagno dietro di me. Mi ha guardato inespressivo mentre io cercavo le angolazioni migliori chinato sulla tazza. Avrà pensato fossi il pioniere di un nuovo genere feticista, ma gli olandesi sono gente abituata a tutto: un'alzata di spalle e si è allontanato lanciandomi uno sguardo complice... Bah.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ottimo l'olandese che ti vede intento a fotografare non si sa bene che cosa.......!!! hihihhii!!
che bello sono citata....molto emozionata..

ciaoooo

mente rossa

ilpiccoloLord ha detto...

ora che ci penso, riguardo alla mosca hai proprio ragione! eheh!

Anonimo ha detto...

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