giovedì 4 febbraio 2010

Il prezzo

Se mi voglio informare non ho che da scegliere. Posso farmi un'idea su qualunque cosa. C'è un programma di approfondimento, gli ospiti in studio ed un bel dibattito. E parlano, commentano, analizzano ed a volte alzano la voce perché se la prendono a cuore. Per me. Per me che devo capire, imparare e decidere. Bella la libertà d'informazione. Soprattutto quando non è noiosa. Quando è tutta colorata e la gente parla così bene che ti convince. Non devo fare nulla. Solo sedermi ed ascoltare e domani in ufficio farò un figurone quando dirò le stesse cose del politico, dello psicologo, dell'opinionista che parlano questa sera. Anche io voglio alzare la voce. Far vedere che me la prendo. Perché non è importante se quel bambino nemmeno lo conoscevo. "Non si può restare indifferenti". E' vero. Io mi arrabbio davanti allo schermo e a volte dico le cose ad alta voce così le faccio sentire a tutti. Stasera però mi sono addormento e quando ho riaperto gli occhi tutto era finito. C'era una televendita e tutti sorridevano dietro quel tappeto appeso al muro. Ma a me un po' dispiaceva perché non so niente di come è andata, dei particolari intendo, di come l'hanno ucciso. Ora vorrei andare a letto ma non ho più sonno. Ho spento la televisione e fuori nel cortile c'è solo silenzio. Che strano. Sembra che non sia successo nulla. Dov'è tutta quella storia, quella rabbia, quelle parole perfette? Provo a riaccendere la televisione, la spengo, la riaccendo di nuovo. Nulla. Sembra che sia lei a decidere. Se lei vuole io mi arrabbio. Se lei vuole io rido. Se lei vuole io...io... Io. Comincio a non avere più voglia. Non mi piace che adesso tutti dormano così. C'è qualcosa di sbagliato e adesso sono nervoso. Resto ancora un po' a guardare la tenda bianca che si muove sul cortile scuro. Sono le 2:23. La luna si riflette sul tetto della mia auto.

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