martedì 9 febbraio 2010

Gettare l'amo in acqua

Quando decido di farmi un'opinione su qualcosa, cerco prima di tutto i numeri. La seconda cosa che faccio è interpretare non le notizie ma il modo in cui vengono date. Perché? Perché in funzione del "come" viene data una notizia si riesce a pilotarne le reazioni. La notizia potrebbe essere buona o cattiva, importante o insignificante, ciò che conta però è l'effetto che genererà nel lettore. E' fondamentale creare una specie di attrazione emotiva perché in questo modo si genera una corrente empatica tra l'informatore e l'informato che si sentirà parte di un gruppo che gioisce, si sdegna, s'indigna, discute. In questo modo tutto è salvo: la libertà d'informazione è preservata, l'interesse del pubblico è mantenuto, i contratti pubblicitari continuano ad essere firmati e i politici non protestano. C'è un solo "prezzo" da pagare: pienamente soddisfatto nella tua curiosità morbosa, nella tua (in)civiltà da comune cittadino, nella tua bonaria accettazione dell'umanamente inaccettabile resti ora e sempre un mediocre, prevedibile, perfetto ignorante.

Una delle cose che, in effetti, si deve evitare come la peste è rendere edotto il pubblico. Non si deve dare un'informazione chiara e puntuale. Non si devono dare strumenti oggettivi per capire ciò che sta accadendo perché - ormai è cosa nota - se tu anziché regalare i pesci insegni a pescare, il pescatore, prima o poi, smette di seguire quello che dici. E poi come si fa a vendere altre patacche? Come si fa a convincere qualcuno a darti voti, soldi, attenzioni ed applausi quando capisce che buona parte del problema sta proprio nel darti retta?

E allora devi dare un'informazione dolce, per la famiglia, per la gente che la sera a casa si vuole rilassare e non certo preoccupare. Ma visto che sei arrivato a leggere fin qui, la vuoi vedere una cosa sgradevole? Così sgradevole che ancora nessuno ti ha mostrato? Eccola:



Questo grafico dice tante cose: dice che il debito pubblico di stati europei come Spagna, Portogallo e Grecia sta crescendo; dice che in rapporto al proprio prodotto interno sta crescendo così tanto che si fa fatica a venderlo; dice che per poterlo vendere bisogna garantirne la solvibilità stipulandoci sopra delle assicurazioni; dice, infine, che il costo di queste assicurazioni è fuori controllo.

Oggi, ieri, domani... quanti giornali ti hanno "spiegato" questa cosa? Nessuno. E perché non l'hanno fatto tenendoti ben lontano dal capire quello che sta succedendo? Per una ragione semplicissima. La stessa ragione che, forse, hai già notato anche tu guardando il grafico. Quale altro stato dell'Unione Europea ha un rapporto debito/PIL spaventoso?

Lo hai capito, vero?

Ok, allora guarda qui sotto l'ultima cosa che non dovresti vedere e poi, quando ti diranno che le cose stanno migliorando, non fare caso a quello che dicono ma al "come" lo dicono.

(The Economist, Nov.2009)

4 commenti:

emmecola ha detto...

Caro Otty! Il tema dell'informazione manipolata è sempre d'attualità qui in Italia, pensa che giorni fa al tg4 hanno mostrato la sala di un congresso dell'Italia dei Valori semivuota, mentre la stessa sala - in un servizio del tg2 - era piena fino alle ultime file! Sono arrivato alla conclusione che tra un informatore pessimo e un politico pessimo sia meglio il politico.
Ma comunque, nel tuo caso specifico: il primo grafico dà l'andamento relativo ad alcuni stati, mentre il secondo dà una fotografia della situazione in novembre. Non mi intendo di finanza, ma non è scorretto concludere che la situazione italiana stia peggiorando alla maniera degli altri stati del primo grafico? Dopotutto potremmo essere stati i peggiori del mondo in novembre, ma avere una tendenza positiva*. Sbaglio?
* = questa tesi è rafforzata anche dalla teoria secondo cui una volta arrivati al fondo si può solo migliorare :-)

otty ha detto...

Ciao emmecola. In pratica mi stai chiedendo se l'Italia è "la" peggiore o "tra" i peggiori...uhm. Qualche preferenza? Dal mio punto di vista i problemi sono due: la situazione economica italiana e l'ignoranza sulla situazione economica italiana. Ma non trovi che ci sia qualcosa di strano nel fatto che la tua domanda sorga leggendo il blog di un biologo che vive all'estero anziché un quotidiano italiano? Per quanto poi riguarda l'ipotesi del "toccare il fondo": con numeri di questa entità sei proprio sicuro che il fondo l'abbiamo già toccato?

emmecola ha detto...

Che non fossimo messi bene lo sospettavo.. Sull'ignoranza dell'italiano medio a riguardo posso dire che un po' è colpa dei mezzi di informazione (e non mi stupisce) e un po' è anche colpa dei cittadini, che pur avendo a disposizione delle fonti "alternative" (internet su tutti) preferiscono la pappa pronta offerta dai telegiornali.
Però io stavo facendo una considerazione diversa: il secondo grafico che hai messo mi dice solo che eravamo i peggiori a novembre, ma non mi dà informazioni sulla tendenza, cioè non mi dice se stiamo migliorando o peggiorando. Quindi quando i politici dicono che la situazione "sta migliorando" potrebbero anche avere ragione! Ovviamente so che non hanno ragione, ma non potrei usare questi grafici per contestarli! :-)

otty ha detto...

Ciò che dici è in parte vero e in parte no. I CDS non misurano direttamente lo stato economico di un Paese ma quanto si è disposti a pagare per accollarsi il rischio della sua insolvenza. Quindi per capire se un politico stia mentendo io non guarderei i CDS. D'altra parte però i CDS sono un disastro annunciato perché, per la loro natura, diventano tanto più grandi - e pericolosi - quanto più si deteriora la situazione economica del Paese che li utilizza. Detto questo, l'intento del post era quello di parlare dell'assenza d'informazione su un argomento che non solo riguarda tutti ma che è anche grande come una casa. Poi che ognuno abbia il dovere d'informarsi è verissimo ma visto che paghiamo anche i giornali che non acquistiamo sarebbe un pensiero carino ricevere ogni tanto in cambio qualcosa, no? Comunque grazie per i commenti e domani ti mando il grafico che mi chiedi. Ciao