lunedì 26 maggio 2008

Piccole esplosioni #1: Oggi proprio no, dai

Lui aveva già gli occhi aperti quando la luce entrò dalle persiane. Quattro linee luminose e perfettamente parallele sulla parete a sinistra del letto. L'anno prima lei aveva voluto dare un tocco di novità alla casa dipingendo le pareti di giallo e comprando anche lampade a stelo. In camera si sentivano le voci ovattate dei vicini al piano di sopra che si preparavano. Lui, disteso sul fianco, notò un puntino scuro sulla parete. Non riusciva a capire se fosse un piccolo ragno o una macchia. Pensò che aveva un po' di cose da fare. Doveva lavare l'auto e avrebbe potuto farlo sabato pomeriggio. Oggi però doveva passare dalla posta per pagare una bolletta e, se fosse avanzato tempo prima di andare in ufficio, fare il pieno da un benzinaio lungo la strada. Ieri sera, mentre parcheggiava, la spia arancione della riserva si era accesa. Fin da subito aveva trovato il disegno delle lampade a stelo troppo liberty. A suo tempo pensò che non fosse così importante. A suo tempo pensava che i particolari non fossero importanti. Forse il puntino scuro sulla parete si era mosso. Dalla radiosveglia uscì d'improvviso un suono elettronico e continuo. Lui restò fermo. Lei mosse le gambe e sbadigliò. Poi voltandosi verso la sua schiena, con voce assonnata: "'giorno. Vado prima io sennò...". Lui sentì un polpaccio freddo sfiorargli la gamba. Lei si sedette sul bordo del letto e cercò con i piedi le pantofole prima di andare in bagno. Nei giorni lavorativi la sera andavano a letto presto e la mattina non facevano colazione insieme. Era per non perdere tempo. Per non uscire tardi. Un giorno, avvicinandosi all'orecchio, lui le sussurrò "Oggi facciamo con calma?", lei sorrise e ad alta voce: "Oggi proprio no, dai". Si incontravano ogni giorno già vestiti sulla porta di casa mentre stavano per uscire. E si salutavano con un bacio veloce.

venerdì 16 maggio 2008

Le inchieste di Ambra

E' sempre un po' deprimente vedere come nel nostro Paese il genere "inchiesta" sia davvero un genere per pochi. Ci sono persone che hanno scritto articoli di approfondimento talmente utili alla conoscenza di tutti che sono state uccise. Altre, a causa della loro chiarezza e puntualità hanno perso il posto di lavoro. Ma come dicevo, il genere è per pochi ed oggi, in Italia, di vere inchieste non se ne leggono molte. Stavo pensando a questa cosa quando ho letto un articolo apparso sul Corriere della Sera il 28 aprile. Niente di tremendo. Niente mafia o corruzione. Solo un piccolo ma - in termini di metodo - illuminante articolo sui rave. Il fatto che l'argomento non sia di quelli pericolosi non giustifica, a mio parere, né l'imprecisione di chi scrive né la disattenzione di chi legge. Anzi. E' un'aggravante: proprio perché il giornalista in questi casi non sta rischiando nulla potrebbe anche impegnarsi un poco di più e magari scrivere la cronaca puntuale e non grottesca di una sua esperienza. Ambra Craighiero, autrice del suddetto articolo, parte cauta. Si avvicina con passo felpato all'argomento con un titolino delicato delicato: "Dentro un rave illegale, dall'sms alle anfetamine. Ecco cosa accade". Wow! Qui non si scherza. Questa è roba che scotta, ragazzi. L'Ambra, sprezzante del pericolo, si è "infiltrata" in un selvaggio bosco tra Alzate Brianza e Cantù a caccia di rave "a base di musica techno". Niente di meno! Ma non basta: "Per confonderci abbiamo indossato la felpa con il cappuccio in stile 'Paranoik Park' e ci siamo introdotti tra alcuni ragazzi diretti al party segreto". Questo è vero giornalismo d'assalto: l'Ambra è entrata in contatto con i temibili ragazzi del party segreto e - mi sciolgo dall'ammirazione - s'è comprata pure la felpina. E poi "Raggiungiamo a fatica il luogo nascosto (...) Centinaia di ragazzi con il cappuccio della felpa sopra la nuca ballano a due dita dalle casse e dai diffusori di techno." Daje co' ste felpe...però una cosa non l'ho capita: che differenza c'è tra casse e diffusori techno? E poi deduco che dalle casse non esce techno...quindi dai diffusori esce techno e dalle casse no...ma che cavolo di casino c'era quella notte tra Alzate Brianza e Cantù?. Bah. Ahò, questa sta a documentà, la fai finì o no?! "Lo faranno per ore senza staccarsi mai, sotto l'effetto dell'ectasy o della anfetamina che dura anche 12 ore. Qui, la droga di ogni genere si consuma ritualmente: in coppia, a gruppi, da soli. Sono quasi le 3 di notte e qualcuno cerca di scaldarsi con i due fuochi accesi per affrontare il freddo che è ancora proibitivo." Quindi ricapitoliamo: centinaia di ragazzi felpa-dotati pieni di ecstasy stanno in condizioni da Campagna di Russia mentre ascoltano musica vicino a diffusori che trasmettono techno e le casse emettono non si sa che. Ma ecco il finale lirico: "Alle 4 il cielo era stellato, molti di loro erano stesi per terra." Sai com'è Ambra...alle 4...un po' di sonno magari...no? Ora la mia domanda è: ma questo articolo perché è stato pubblicato? Perché se questa fosse cronaca dovrebbe quantomeno essere obiettiva e lasciare al lettore un margine di giudizio. Ma dicendomi che questi ragazzi partecipano a rave illegali sfondandosi le orecchie e riempiendosi tutti quanti allegramente di droga in mezzo al fango che idea mi posso fare? Se l'articolo non mi facesse così ridere potrebbe sembrarmi lievemente di parte. E magari mi potrebbe anche far sorgere il sospetto che sia un articolo che non deve informare ma generare un'idea preconfezionata in chi legge. Tanto è facile no? Gli ingredienti ci sono tutti: il bosco di notte, l'illegalità, l'alcol, la droga e la musica che pompa ad alto volume. E poi è così comodo scriverci sopra un pezzo: essendo nel bosco o in fabbriche dismesse non si rischiano fastidiose querele dai titolari di locali alla moda; non essendo autorizzati da carte bollate e permessi comunali i rave si possono definire tranquillamente "illegali" che fa sempre il suo effetto; non essendo frequentati da politici non c'è rischio e si può tranquillamente scrivere qualsiasi cosa che tanto nessuno protesterà in modo rumoroso. Ma si dài Ambra, spariamo sui ravers, la nuova frontiera dell'inchiesta italiana. Tanto non ci sentono più a forza di stare "a due dita dalle casse e dai diffusori di techno".

- Articolo completo
- Foto (pronti per roba veramente impressionante?)

giovedì 8 maggio 2008

Elogio del Borderline

Dedicato a tutti gli irregolari

Siamo alieni che non conoscono la lingua
Pecorelle smarrite e maliziose
Casi molto umani e fieramente irrecuperabili
Perché tornare indietro se qui si sta così bene?
Preferiamo il buffet agli invitati
E la persona al suo vestito
E' per questo che ti guardiamo negli occhi
E' per questo che ti ascoltiamo quando parli
Ed è per questo che hai paura, vero?
Schegge rinsavite che giocano con le pozzanghere
Esemplari senza codice né proprietario
Gli ombrelli non si usano
Perché la pioggia è un regalo
Sai che differenza c'è tra Oggi e Domani?
La stessa che c'è tra Imprevisto e Imprevedibile
Non firmiamo contratti finché morte non vi separi
Non puliamo la casa dimenticando di pulire il corpo
Non rinunciamo a noi per avere un salotto con vista autostrada
E il sesso ci piace perché siamo giocosi
E il cibo ci piace perché siamo golosi
Re senza corona
Ogni cosa ci appartiene
La paura non fa paura
E la paura di lasciarsi non è la ragione che ci tiene insieme
La distanza da chi amiamo rende solo la nostra casa più grande
Perchè la nostra casa non sono le pareti
E questa sera è speciale
Perché questa sera
Sta avvenendo ora
E noi siamo qui

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Una piccola candela sul tavolo
e guardarsi intorno in una sera di maggio.

La vita è il più bel posto dove vivere.