mercoledì 13 agosto 2008

Io e te

Quanti tramonti abbiam perduto
E quante albe abbandonato?
Quanti temporali neri sono esplosi
E quanta lucida rugiada è evaporata?
Ma noi dov'eravamo?
Io e te eravamo lì.
Non per sentir ciò che tutti han già sentito.
Io e te eravamo lì come meravigliosi amanti.
Gli amanti che non sentono più lo stesso temporale
da quando il suono del tuono
ha colto il loro viso affondato in un abbraccio.
Gli amanti che non vedono più lo stesso tramonto
da quando il rosso di un raggio la sera
ha sfiorato la pelle dei loro corpi abbandonati.
Gli amanti che non toccano più la stessa rugiada
da quando l'aria umida del mattino
li ha sorpresi ad intrecciare dita come rami.
Ecco dov'ero io. Ecco dov'eri tu.
Brucino le poesie e brucino i poeti.
Bruci l'aria e in aria brucino i tramonti.
Bruci pure tutto ciò che è raccontato,
che non è vissuto,
tutto ciò che non è mai esistito.
Io tocco la preziosa trama delicata
delle vene che il tuo corpo ha costruito.
E sento il tuo respiro farsi lento
nella notte che porta i sogni al sonno
ed al mio orecchio il suono del tuo cuore.
Posso desiderare di più?
Resto qui a guardarti
e ti vedo dormire come dormivi da bambina.
E forse il sole è già sorto.
E forse la rugiada è già svanita.
Che differenza fa?
Il mio mondo è tutto in ciò che amo
e tra un attimo,
un solo attimo,
vedrò il mio mondo che nasce
nel tuo più bel sorriso.

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