sabato 28 aprile 2007

Il Signore degli Anelli

Per definizione un pregiudizio è un giudizio a priori, cioè non basato sull'esperienza ma sull'idea che si ha di qualcosa. Io ho sempre avuto un pregiudizio nei confronti delle mucche e dei libri di Tolkien. In realtà, un minimo di esperienza l'ho avuta (dei libri di Tolkien, non delle mucche): iniziai a leggere qualche anno fa "Lo Hobbit" ma a pagina 100 pensai che 13 nani, gente coi piedi pelosi e potenti maghi barbuti non fossero il mio genere. E da qui nacque il pregiudizio. Quando uscì al cinema la trilogia de "Il Signore degli Anelli" il mio raffinato pensiero fu "che palle". Grazie però alla critica cinematografica molto particolare di una mia amica mi è venuta la voglia di vedere il film. Dico subito che mi manca la terza parte quindi ho visto solo "La Compagnia dell'Anello" e "Le due Torri". Giudizio critico: una figata. Gagliardo ed attento come un segugio mi sono messo alla caccia di significati reconditi, fiutando implicazioni socio-politico-religiose, allegorie pre-no-global e post-industriali. Eh eh, riuscirò anch'io a dire qualcosa di clamorosamente intelligente sull'argomento garantendomi gloria e lodi per il resto dei miei anni, pensavo. Risultato: niente. Oh, non c'ho trovato niente! Finché, una notte mi è venuta in mente una possibile interpretazione: tutti i personaggi è come se avessero dentro di sè delle componenti malvagie e delle componenti buone. Un evento esterno le fa emergere. Se l'evento è negativo (l'anello, la sete di potere) emergono le componenti negative. Se l'evento è positivo (l'amicizia, il coraggio, la lealtà) emergono quelle positive. Ciò che distingue le persone però, e qui arriviamo al punto, non è tanto a quale evento vanno incontro (il destino) ma in che proporzione hanno dentro di sè componenti buone e cattive perché solo questo deciderà l'intensità di attrazione verso l'evento esterno. Tutto qua? Si, embè?! Oh, più di tanto non mi viene. Comunque il film è bello. I pregiudizi meno.

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