martedì 8 settembre 2009

Scritto originale in due parti che risponde a modo suo alla piattezza del fenomeno mediatico. Parte 2: cioè quella del "Ciò che sarà"

Lui nemmeno lo voleva fare. Seduto alla scrivania di fronte alla grande finestra del suo ufficio, guardava la lampada con le bolle arancioni che risalivano silenziose dal basso verso l'alto e pensava che alla fine, se fosse stato zitto qualche settimana fa, se non avesse buttato lì l'idea della bara davanti al palco e del concerto d'addio, tutta questa responsabilità non l'avrebbe nemmeno sfiorato. Certo, tutti quei soldi non gli dispiacevano, però... E poi come cantante nemmeno gli piaceva. Gli sembrava matto e tutti quei passetti, gli urletti, i sospiretti... Ma così stavano le cose. Il diligente Frank Spano, dopo un'onorata carriera dietro le quinte era stato nominato responsabile della nuova campagna discografica post-mortem dell'immortale Re del Pop. Interessante no? Da vivo non era mai riuscito a sopportarlo ed ora, ora che il "mito" era passato a miglior vita doveva curarne immagine e diritti. E cosa cavolo si può inventare su un morto? La stessa domanda l'aveva rivolta ai responsabili dell'etichetta ma la risposta fu una fragorosa, grassa ed irrispettosa risata. Povero Frank. Trattandolo come un bambino che deve ancora imparare la lezione gli avevano spiegato che i morti possono essere più redditizi dei vivi. Ci si può fare un sacco di soldi e "sai perché mio caro Frank?". Pelato e grasso, quell'animale di Bob gli aveva spiegato che i morti fanno comodo perché "non rompono le palle e, soprattutto, piacciono al pubblico". In effetti, ragionava Frank, non aveva mai visto nulla di simile. Il giudizio di molti su Michael Jackson vivo si muoveva in un range che andava dall'eccentricità alla pedofilia. Ma ora, ora che nessuno poteva più sbizzarrirsi nello scrivere nuove pagine di eccessi e manie sembrava che tutto fosse cambiato. Da giorni passavano sul marciapiede lì sotto masse di adolescenti, ventenni e trentenni che indossavano un guanto bianco. Dalle finestre e dalle radio era un continuo di Beat it e Billie Jean come se non fossero mai esistite prima e i critici musicali lo coccolavano celebrando la scomparsa del più "incredibile", "indimenticabile" ed "unico genio del pop di tutti i tempi". "E adesso che ti prende Frankie? Con l'età stai diventando filosofo? Che ti frega di tutto questo? I morti fanno fare un sacco di soldi, Frankie. Guarda bene. Guarda come funziona il gioco. La gente ha bisogno di peccatori vivi e santi morti. Solo così può crocifiggere e far risorgere. Il nostro compito è solo quello di darle quello che vuole. Un modo rapido per sentirsi severa ma giusta, misericordiosa ed infinitamente buona, partecipe e coinvolta. E tutto questo senza alzarsi dal divano, senza dover poggiare la birra gelata e, soprattutto, senza smettere di guardarci mentre li prendiamo per il culo. Hai capito Frankie?"
Gli faceva proprio schifo quella lampada rigurgitante bolle arancioni piazzata sulla scrivania. Ma vicino alla lampada... Vicino a quell'orribile lampada c'era lei: la lista. Ci aveva messo un po' di giorni per stilarla ma i suoi ragazzi avevano lavorato bene. Con una perfetta scansione dei tempi, giorno dopo giorno avevano costruito il palinsesto della nuova carriera post-mortem di Michael. C'era tutto: le ultime indiscrezioni sulla sua vita privata, i figli e il giallo sulla morte, le raccolte rimasterizzate, il nuovo disco di inediti trovati a Neverland, il cofanetto in 5 dvd con tutti i video e le interviste, il film-documentario che alterna scene di vita quotidiana al commosso ricordo dei parenti ed amici, il concerto tributo dei big "per non dimenticare", i libri non autorizzati, il film biografico interpretato da una star giovane ed amata e la fondazione per l'attività di beneficienza. Si c'era tutto. Come sempre.
Gli piaceva rigirarsela tra le mani la lista, toccare la carta ruvida e immaginare quanto valesse. Non gli piaceva Michael Jackson da vivo ma da morto cominciava a stargli simpatico. "Bravo Michael. The King of Pop". Spense la lampada arancione, prese la giacca e, con il sorriso soddisfatto di chi ha fatto il proprio dovere, pensò che doveva sbrigarsi: in tv stasera c'erano i Lakers ed una bella birra ghiacciata ad attenderlo.

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