lunedì 16 luglio 2007

So 80's

Cyndi Lauper
(Photo by Unnforgettable)

Allora, non è che ci si affeziona sempre e solo alle cose belle. Mia nonna aveva in cucina delle piastrelle orribili e tutte le volte che le guardavo pensavo che schifezza. Io crescevo, cambiavo modo di vestire, cambiavo atteggiamenti, cambiavo linguaggio ma le piastrelle restavano sempre lì, brutte come poche. Dal latte con i biscotti, passando per i ravioli di ricotta fino all'agnello al forno queste piastrelle rappresentavano una specie di scenografia surreale del buon mangiare e con il tempo diventarono una certezza, l'icona della cucina di mia nonna. Oggi le piastrelle sono ancora lì e quando le rivedo penso sempre che schifezza, però è diverso perché mi dispiacerebbe non rivedere quella schifezza dato che è un po' diventata la mia schifezza. Ci sono affezionato. Si ma che c'entra questo con il titolo del post? C'entra perché secondo me la musica degli anni '80 è esattamente come le piastrelle della cucina di mia nonna: tanto brutta quanto indimenticabile. E alla fine ti ci affezioni. Io in quel periodo non ero né un paninaro né un dark. Mi vestivo normalmente e non frequentavo compagnie schierate dall'una o dall'altra parte. Però la musica... quanta musica c'era. L'ascoltavo in continuazione ed occupava gran parte delle mie giornate. Divoravo Dj Television durante la settimana e Superclassifica Show la domenica, il sabato pomeriggio era dedicato alle Hit100, Hit50, Hit25 e Hitquellochetiparebastachemidicichièprimo. E poi arrivava l'estate. Al mare i miei nonni dormivano il pomeriggio e io mi sedevo sul balcone ad ascoltare Rete105, Gianni Riso e l'Olandese Volante. C'erano i rumori della strada, i pini marittimi, il caldo e le cicale. Verso le 15 si andava in spiaggia e la musica non ti abbandonava neanche lì. Dopo il bagno mi sedevo sulla sabbia a mangiare pizze e frittelle di dimensioni imbarazzanti e mentre pensavo che il paradiso fosse quel pezzettino di Adriatico, Cyndi Lauper e i Tears for Fears, sparati chissà da dove nel cielo del tramonto, mi davano ragione. Quando il sole asciugava le goccioline di mare sulla pelle, Time after Time o Everybody Wants to Rule the World erano letali: io sistematicamente mi innamoravo. Ragazze carine diventavano dee e racchie clamorose un tipo. Potenza della musica.
L'altro giorno ho fatto vedere su YouTube il video di Time after Time a Fede: Cyndi Lauper vive in una roulotte col suo uomo che porta sempre un cappello e sente il bisogno di cambiare aria. Una sera in un bar si presenta a lui con una raccapricciante capigliatura a scacchi e ci resta male perché lui - giustamente - non le dice che è una strafiga. Lei scappa e ripensa com'era bello starsene da mammà che, ovviamente, è povera e per sopravvivere scopa sempre con mestizia, nel senso che fa le pulizie con una faccia da funerale. Cyndi belli-capelli comunica il suo malessere esistenziale al maschio col cappello e lui l'aiuta a fare la valigia (ecco, io qui piangevo). Cyndi e lui alla stazione, si amano ma si devono lasciare (?!), arriva il treno, lui ci resta di merda, lei fa il segno della 'T' con le mani, la musica sfuma e tanti saluti. Fede non la smetteva più di ridere e io ho pensato che il video effettivamente facesse un po' cagare. Però è difficile da spiegare. La musica a volte non è bella in sè ma è bella perché ti fa ricordare cose belle e, alla fine, ti ci affezioni. Scenografia surreale del sentire. E' proprio come le piastrelle della cucina di mia nonna.

Nessun commento: