È interessante osservare dall'estero la campagna elettorale e vedere come i partiti in fondo non abbiano ancora capito che qualcosa sta succedendo. Mi arrivano in continuazione volantini elettorali per votare questo o quello ed è divertente notare come le strategie elettorali per l'estero siano ancora rivolte ad un preciso tipo d'italiano. Forse gli spin-doctor dei partiti non hanno ancora notato che l'attuale emigrante non ha la capra in garage e le piante di pomodoro coltivate nella vasca da bagno e, cosa più importante, non se n'è andato dall'Italia chiagnenn'. Oggi una buona parte di coloro che abbandonano il Bel Paese ha titoli di studio e una gran voglia di andarsene.
Quindi, tornando al discorso iniziale, a forza di ricevere volantini in cui - oltre a "pizza", "mandolino" ed "orgoglio" - la parola d'ordine è "rinnovamento" ho pensato di fare una piccola analisi su una sola regione estera, la circoscrizione Europa. Qui sotto trovate il grafico delle età (sull'ordinata) dei candidati divisi per partito di appartenenza (sull'ascissa):
Ed ora gli stessi dati accorpati per Età Media (blu) ed Età Mediana (rosso):
Lo so, è un campione poco rappresentativo perché riferito ad una sola circoscrizione ma è pur sempre l'espressione di precise scelte politiche fatte da chi ha deciso quali persone rappresenteranno - intercettandone i voti - i cittadini italiani all'estero nell'area Europa. Che non è poi robetta.
Mi pare di notare che in generale i partiti non considerino molto l'età del candidato come indicatore di rinnovamento. In sintesi:
- I primi tre partiti che conquistano la palma di "partiti vecchi" nella circoscrizione EU sono il Movimento Associativo Italiani all'Estero (MAIE), il Partito Comunista (PC) e il Partito Democratico (PD) che presentano un'età media rispettivamente di 55, 53.1 e 52 anni;
- I partiti che presentano una spaccatura più netta tra "vecchi" e "giovani" sono il Partito delle Libertà (PDL), Sinistra Ecologia e Libertà (SEL) ed il Partito Comunista;
- Il partito che presenta il candidato più anziano è il PD (71 anni);
- Il partito con il candidato più giovane è Fare per Fermare il Declino (27 anni).
È interessante notare che i due partiti che mostrano l'età media più bassa - il Movimento 5 Stelle e Fare per Fermare il Declino - sono anche i due partiti più giovani anagraficamente visto che è la prima elezione a cui partecipano. È evidente che strategicamente questi due partiti sono gli unici ad aver compreso le nuove caratteristiche dell'emigrazione che, presumibilmente, nei prossimi anni tenderà a rafforzarsi sempre di più.
In particolare, il Movimento 5 Stelle è un caso a sè. Come si può notare è il partito con l'età media più bassa ma anche tra i più omogenei internamente, infatti per questa circoscrizione non presenta alcun candidato con età superiore ai 40 anni.
E qui, puntualmente, arriva la solita domanda: "ma la competenza?" Mi sono domandato più volte cosa volesse dire "competenza" in politica e devo ammettere che non sono arrivato ad una risposta soddisfacente. Escludendo dal discorso la cosiddetta "gavetta politica" che è una stupidaggine perché riguardardando un range di attività talmente diverse tra loro perde di significato (si va dall'attacchino di manifesti, al cuoco di salamelle fino ai portaborse e ai membri delle segreterie di partito), ho ridotto il campo a due possibili indicatori di competenza:
1. Attività pregressa in Parlamento
2. Studi inerenti la materia politica
Purtroppo entrambi questi indicatori portano a dei paradossi. La necessità di un'attività pregressa in Parlamento, per estensione, porterebbe alla massima garanzia di competenza solo in assenza di elezioni. In pratica, una volta entrati si chiudono le porte dei palazzi e da lì non usciranno mai più (...cosa non così distante dalla realtà).
Per quanto riguarda gli studi inerenti la materia politica il paradosso è che se così fosse il Parlamento si riempirebbe di avvocati, giuristi e notai che rappresentano tutto tranne la struttura reale del paese (...ed anche questa possibilità non è poi così distante dalla realtà visto il nutrito gruppo della categoria degli avvocati presenti in Parlamento).
È interessante notare come, cercando di confutare una tesi attraverso una reductio ad absurdum siamo arrivati a rappresentare con buona approssimazione la realtà del Parlamento attuale in cui prevalgono la resistenza all'uscita e la forte presenza di specifiche professioni solo parzialmente rappresentative della popolazione.
Aggiungiamo poi l'ultimo tassello: dato che la "competenza" si valuta solo in principio con degli indicatori ma poi sono i fatti a dimostrare se essa sia presente o meno, le persone teoricamente "competenti" del Parlamento italiano hanno dimostrato nei fatti, nonostante il rispetto dei due indicatori visti sopra, la loro reale incompetenza perché è sotto gli occhi di tutti lo stato in cui versa l'Italia. E proprio la loro resistenza all'uscita dal Parlamento li inchioda irrevocabilmente alle loro responsabilità.
In conclusione, io credo che in politica l'argomento "competenza" sia un feticcio, un qualcosa che non si comprende né si sa descrivere nei dettagli ma appena estratto fa paura e tutti smettono di pensare. Il Parlameto dovrebbe essere un luogo rappresentativo del Paese e non uno scoglio per cozze, quindi l'ingresso nei palazzi di giovani e "incompetenti" non dovrebbe essere vissuto come l'Apocalisse, anzi forse potrebbe essere un modo per uscire da schemi di potere che hanno dimostrato tutta la loro miseria. Giusto per stare tranquilli, l'ideale sarebbe fissare un limite massimo nel numero di legislature. In assenza di questo limite si determinerebbe anche per i giovani il perverso e tentatore "effetto competenza" secondo il quale non è la qualità dei tuoi risultati ma la capacità di trasformarti nel tenace mollusco bivalve di colore bruno a far di te un politico competente. Buon voto a tutti.