giovedì 20 novembre 2008

Game Over

L'altro giorno sono stato in un negozio di giocattoli e, mentre camminavo tra gli scaffali, ho preso nota di alcune cose:
1. Nei negozi di giocattoli ora si vende anche cibo: ho trovato all'ingresso e all'uscita le patatine dei Gormiti.
2. Prendono sempre più piede i giochi "schifezza": c'era la grande tarantola con le zampe che si muovono e gli occhi rossi che si accendono sulla schiena, c'erano i topi di fogna, gli scarafaggi, i ragni pelosi e gli scorpioni.
3. Vanno di moda i peluche obesi: rane, pecore, cani e scoiattoli. Uno scoiattolo aveva un dente più lungo dell'altro.
4. Tra i Lego sono spariti i vettori spaziali: ci sono adesso dei camion tamarri che trasportano le attrezzature di agenti segreti bassi.
Mi fermo qui con l'elenco perché vorrei puntualizzare qualche aspetto. Allora: mentre posso capire le patatine dei Gormiti (per i quali non nutro alcuna simpatia) e i giochi "schifezza", faccio più fatica a capire l'opportunità dei peluche obesi (perché è meglio una pecora grassa di una pecora grande?). Ma il forte rammarico è notare la scomparsa dei vettori spaziali della Lego. Sostituirli con camion tamarri mi sembra una caduta di stile e, cosa non irrilevante, mentre un omino-Lego-astronauta può ancora passare, l'omino-Lego-agente segreto - che fa pure lo sguardo da piacione - no, non è credibile.
Oh, ed ora arriviamo al pezzo forte: i giochi per le femmine. Fino a qualche anno fa era un settore con scaffali pieni di bambole e bambolotti, cucine, forni, lavatrici, passeggini e vettovaglie colorate. Oggi no. Di bambole e bambolotti ne sono rimasti pochi ma cosa ha preso il loro posto? Fondamentalmente tre cose. La bambola anoressica, la cassa del supermercato, il set per fare le pulizie. La bambola anoressica fa impressione perché ha la faccia di una che ce l'ha di traverso con l'aggravante di avere arti lunghissimi e spaventosamente magri. Non voglio fare le solite riflessioni sullo scarso contenuto educativo di alcuni giocattoli, anche perché io sono cresciuto a videogiochi e cartoni giapponesi e sono venuto su benissimo. L'unica cosa è che non mi sembra molto intelligente regalare ad una bambina una fashion-bambola che fa passare il messaggio: sei alla moda solo se entri nel magico mondo dei disturbi alimentari. E' strano che con tutte le associazioni di genitori che ci sono in Italia, questa roba sia ancora in vendita. Ma si sa, tutto quello che viene censurato riguarda storicamente il sesso e la religione, non il fatto che per essere davvero pericolosi basta essere semplicemente stupidi rendendo "moda" un problema che richiederebbe informazione e cliniche e non modelli da emulare fin da bambini. Ma cos'altro c'è sugli scaffali? C'è il Folletto della Vorwerk! E Poi? Il Mocio Vileda! E per concludere? La cassa del supermercato con tanto di microfono e bancomat!
Dopo tutto questo che dire? Alla fine di questo viaggio nel mondo del giocattolo ho capito una cosa: dato che i regali li comprano i genitori, bisogna prima di tutto convincere loro. E cosa convince di più se non la riproposizione della "loro" realtà? E' accettata da tutti, politicamente corretta e senza rischi. Non si punta agli spazi interstellari, Lego Technics, Meccano e Piccolo Chimico. Qui si punta alla sostanza virando verso un più onesto e familiare rappresentante di aspirapolvere oppure una cassiera che, magari, diventa pure cantante di brani da frullato di maroni. Ma allora mi domando, non è che il bel periodo che viviamo è proprio legato alla carenza di Gioco? E per Gioco intendo quello strano stato di straniamento che si vede nei bambini quando si inventano storie incredibili di alieni volanti attaccati da truppe di orsacchiotti. Quello stato di sacra follia che li avvicina a meravigliosi pazzi felici più che a equilibrati e misurati infanti. Ma allora, se il gioco deve diventare uno spaccato di realtà piuttosto che un buco nero di fantasia, voglio proporre alle aziende qualche idea per giocattoli di sicuro successo:
- Il Piccolo Cocainomane: nella scatola sacchetti con polveri di vario colore (atossiche), bilancino di precisione, pipette, soldi (fac-simile) e istruzioni per il taglio;
- Il Piccolo Agente Immobiliare: nella scatola espositori di schede con piantine colorate di appartamenti, una vetrina in plexiglass, una scrivania con sedia girevole e una cravatta che genera un nodo di dimensioni imbarazzanti;
- Il Piccolo Parlamentare: nella scatola il kit in legno di balsa per costruirsi il banchetto, la borsa in similpelle da far portare ad un amico (il "portaborse"), il libretto con tutte le frasi per parlare senza dire nulla risultando incomprensibili e, per questo, dotti;
- Il Piccolo Pirata della Strada: nella scatola la doppia riga continua bianca per allenarsi in salotto al sorpasso illegale e una coppia di fanali allo xenon per far capire a chi ti sta davanti che se rispetta i limiti di velocità sarà speronato;
- Il Piccolo Guardatore di TV: questo è il regalo più delicato che potrebbe sollevare le critiche più accese ed il ritiro immediato da parte dell'autorità garante. Nella scatola solo...uno specchio.

lunedì 3 novembre 2008

Appunti di un gatto

Luce grigia che entra dalle finestre
in cortile la ghiaia è bagnata
e cose lucide ospitano cose.
A volte torno con l'orgoglio del vincitore,
a volte con i graffi sotto il pelo appiccicoso.
Ma tu ci sei
e mi lecchi il muso,
senza chiedere com'è andata.
E d'un tratto sento la pioggia
che cade sulle cose.
Che l'erba profuma
a volte più dei fiori.
E che il calore può arrivare
anche dal petto
e non solo dal sole.
E qualcosa mi blocca qui
a guardare i tuoi baffi
ed il tuo naso.
Nasconderò cibo questo inverno
per farti dei regali.
E la sera,
quando l'aria s'illuminerà
di luci che usciranno da scatole nere,
noi resteremo così,
vicini ad ascoltare
la voce di una stagione
in una grondaia
passare.